Tarocchi di Thoth

Pubblicato il 28 agosto 2025 alle ore 12:10

Il mazzo dei Tarocchi di Thoth è una delle opere più affascinanti e dense di simbolismo lasciate da Aleister Crowley. Non si tratta di semplici carte da divinazione, ma di un vero compendio esoterico che sintetizza l’intero universo della Thelema e delle correnti occulte a cui Crowley si ispirava. Realizzato in collaborazione con l’artista Lady Frieda Harris tra il 1938 e il 1943, il mazzo è frutto di un lavoro minuzioso, durante il quale ogni carta venne ridisegnata più volte fino a raggiungere una precisione simbolica capace di contenere molteplici livelli di significato.

A differenza dei tarocchi tradizionali, i Tarocchi di Thoth non sono semplicemente un insieme di figure archetipiche legate a un immaginario medievale o rinascimentale. Ogni immagine racchiude riferimenti alla Cabala, all’astrologia, all’alchimia, all’antico Egitto e alla filosofia thelemica. Crowley e Harris intesero il mazzo come un libro visivo, una rivelazione simbolica che, carta dopo carta, guida l’iniziato attraverso un viaggio di conoscenza. Le forme, i colori e le proporzioni non furono mai scelti casualmente, ma sempre in base a corrispondenze occulte e principi numerologici.

Gli Arcani Maggiori, in particolare, assumono una veste completamente rinnovata. Alcuni cambiano nome: la Giustizia diventa l’“Adeguamento”, il Giudizio si trasforma nell’“Eone”, la Forza prende il nome di “Lussuria”. Queste modifiche non sono meri capricci, ma riflettono la visione di Crowley secondo cui l’umanità è entrata in una nuova era spirituale, l’Eone di Horus, e necessita quindi di simboli rinnovati per descrivere il cammino interiore. Ogni carta diventa così una chiave per comprendere le forze cosmiche che agiscono dentro e fuori l’uomo.

Gli Arcani Minori, pur mantenendo la divisione nei quattro semi, vengono presentati con un linguaggio visivo astratto e dinamico. In essi domina l’influenza cabalistica e astrologica: ogni carta rappresenta la combinazione di un segno zodiacale, un pianeta e una sefirah dell’Albero della Vita. Questo intreccio rende il mazzo non solo uno strumento divinatorio, ma anche una mappa per la meditazione e il lavoro magico. I Tarocchi di Thoth diventano così un laboratorio di corrispondenze in cui ogni immagine apre un varco verso una rete infinita di significati.

Il valore divinatorio del mazzo non è secondario, ma viene inteso da Crowley in un senso particolare. La lettura delle carte non è un semplice tentativo di predire eventi futuri, bensì un mezzo per entrare in contatto con la propria vera volontà e con le forze profonde che modellano la realtà. L’atto della divinazione diventa quindi un esercizio di consapevolezza e di rivelazione, in linea con l’idea crowleyana della Magick come arte di dirigere la coscienza in armonia con la volontà.

Il Book of Thoth, scritto da Crowley per accompagnare il mazzo, è un trattato denso e complesso in cui ogni carta viene spiegata nei suoi molteplici livelli. Non è un manuale di facile consultazione, ma un’opera che richiede studio e meditazione, proprio come le carte stesse. Il testo e le immagini formano insieme un corpus esoterico che invita l’iniziato a una lettura stratificata, in cui simboli e parole si rispecchiano a vicenda.

Ancora oggi i Tarocchi di Thoth sono considerati uno dei mazzi più potenti e sofisticati mai creati. La loro bellezza visionaria, unita alla profondità del sistema simbolico, li rende un punto di riferimento non solo per gli appassionati di divinazione, ma anche per chi cerca uno strumento di meditazione, studio e crescita interiore. Più che un semplice mazzo di carte, essi rappresentano la visione cosmica di Crowley condensata in immagini: un universo in miniatura che invita a esplorare i misteri dell’anima e dell’infinito.

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