Informazioni su Lucifero
Scopri la figura enigmatica di Lucifero. Approfondiamo questo personaggio fondamentale nel mondo dell'occulto, offrendo una prospettiva unica e approfondimenti rari.

La forza cosmica di Lucifero
Molti si interrogano sulla vera natura di Lucifero. Noi rispondiamo a questa domanda: Lucifero non è un dio del male, ma una potente forza cosmica che pervade l'universo.

Testi sacri svelati

Il desiderio di illuminazione
Il nostro obiettivo è che, dopo aver esplorato questa pagina, tu possa portare con te il desiderio di raggiungere l'illuminazione, un concetto chiave nella comprensione di Lucifero come forza cosmica.
Immergiti ulteriormente nei misteri dell'occulto. Scopri articoli esoterici e approfondimenti unici che non troverai altrove. Ordo Signorum è la tua porta verso la conoscenza esoterica.

Lucifero nel cristianesimo
Secondo la cultura cristiana, Lucifero era un cherubino, un angelo beato che serviva il grande Dio, ed era amato da questi. Ad un certo punto, Lucifero avrebbe peccato di superbia ed è stato precipitato negli inferi, con tutti gli angeli che lo hanno appoggiato nella sua ribellione.
Cerchiamo adesso di capire da quali passi biblici i teologi hanno estrapolato tali concetti.
Il passo biblico che parla della caduta di Lucifero lo troviamo nello scritto di Isaia. Leggiamolo insieme:
Come mai sei caduto dal cielo, astro del mattino, figlio dell’aurora? Come mai sei stato gettato a terra, signore di popoli? Eppure tu pensavi nel tuo cuore: “Salirò in cielo, sopra le stelle di Dio innalzerò il mio trono, dimorerò sul monte dell’assemblea, nella vera dimora divina. Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo”. E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondità dell’abisso!
Isaia 14: 12 – 15
Questo passo è stato molto considerato dai teologi cristiani per elaborare tutte le dottrine che parlano di Lucifero come angelo caduto perché insuperbito: voleva essere uguale all’Altissimo. Ma siamo sicuri che queste parole si riferiscano all’angelo Lucifero e non ad un’altra figura? Ebbene, devi sapere che queste parole non sono rivolte direttamente a Lucifero, ma ad un uomo in carne e ossa: il re di Babilonia.
Basta leggere il versetto 4 del capitolo 14 che abbiamo già citato:
Allora intonerai questa canzone sul re di Babilonia e dirai…
Il Lucifero del testo non è altri che il re di Babilonia e non un vero e proprio angelo caduto. Questo ci fa comprendere come la teologia cristiana abbia fantasticato parecchio su testi dell’Antico Testamento (e anche del Nuovo), che sono molto concreti.
Secondo i cristiani Lucifero è un vero e proprio angelo che ha peccato di superbia perché voleva essere uguale all’Altissimo.
Devo sottolineare che l’Antico Testamento è un testo che ha ben poco di spirituale, ma che parla di un Dio che potrebbe essere definito omofobo, razzista e assassino. Basta leggere tutti i precetti che sono stati dati a Mosè e agli ebrei. Non riesco proprio a capire come questo Dio, il cui nome è Yahweh, possa essere diventato secondo i teologi un Dio d’amore. Non riesco a vedere amore in questo essere chiamato Yahweh, che viene definito nella Bibbia stessa uomo di guerra.
Nel libro dell’Esodo infatti, al capitolo 15, versetto 13, troviamo scritto in ebraico Yhwh ish milchamah Yhwh shemò, che possiamo tradurre letteralmente Yahweh uomo di guerra, Yahweh nome suo.
Questa è la vera identità del Dio di Mosè, di questo essere spietato chiamato Yahweh. Egli ha comandato sterminio di donne e bambini, di animali e di tutto quanto viveva. Ha fatto combattere familiari e li ha fatti odiare nel suo nome. Basta leggere l’Antico Testamento per trovare tutto questo. Ebbene mi chiedo come un essere come Yahweh possa essere ritenuto migliore di un essere come Lucifero.
Se andiamo nel Nuovo Testamento troviamo un altro riferimento a Lucifero nel libro dell’Apocalisse, là dove si parla di una guerra scoppiata nei cieli:
Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.
Apocalisse 12: 7 – 9
Qui troviamo una descrizione di una guerra celeste che non poteva che vedere come vincitore il Dio cristiano, perché lui è sinonimo di sommo bene e il diavolo, Satana o Lucifero, sono sinonimo di solo male – questo ovviamente solo per i cristiani profani.
Leggendo il testo dell’apocalisse possiamo notare che la parola Lucifero non compare, ma al suo posto troviamo l’espressione serpente antico e i nomi Diavolo e Satana. Adesso mi chiedo se queste tre parole indichino la stessa cosa. Ti dico che dal punto di vista esoterico, i nomi Lucifero, Diavolo e Satana indicano tre forze cosmiche diverse tra di loro:
1. Lucifero è la forza che porta la luce del risveglio e della conoscenza;
2. Diavolo è la forza che divide ciò che è unito;
3. Satana è la forza che si oppone a qualcuno o a qualcosa.
Secondo la cultura cristiana profana Lucifero ha più nomi, ma ciò che non si capisce è che questa concezione è del tutto sbagliata. Lucifero è Lucifero, il Diavolo è il Diavolo e Satana è Satana. Saranno dunque tre entità diverse? No, perché non esiste nessuna di queste entità – lo abbiamo già detto. In altre parole, non ci sono tre persone che portano questi nomi e non c’è neanche una sola persona che porta il nome di Lucifero o Satana o Diavolo.
La credenza di vedere queste figure bibliche come persone o angeli o demoni realmente esistenti come persone la ritengo del tutto sbagliata e fuorviante. Un buon esoterista non prenderebbe mai in considerazione queste teorie bislacche.
So dell’esistenza dei satanisti teisti, ossia che fanno di Satana un’entità veramente esistente, come se fosse una persona spirituale; ma personalmente non condivido questo pensiero. Io accolgo pienamente la concezione di Lavey, esoterista e satanista, che ha presentato al mondo Satana come un simbolo, un archetipo.
Ritornando al passo dell’Apocalisse, troviamo un’espressione interessante, che ci rimanda all’Antico Testamento e al mito edenico. Stiamo parlando della figura del Serpente Antico. Ebbene, Lucifero può e deve essere associato alla figura del Serpente che avrebbe tentato Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden.
Innanzitutto sono del parere che l’Eden non fosse il paradiso che i cristiani cercano di descrivere, ma l’espressione ebraica gan (tradotta giardino) indica un luogo recintato, in cui vivevano gli esseri umani che sono stati geneticamente formati dagli Elohim.
Per comprendere bene questo passaggio, rimando agli studi di Mauro Biglino, traduttore biblico che ha spiegato nei minimi dettagli tutti gli inganni e gli errori delle traduzioni bibliche che abbiamo in casa.
Ritengo sia inutile riportare tutto il capitolo 3 della Genesi, che parla della tentazione; ma cerco di sintetizzarlo brevemente.
Il testo ci presenta un serpente, un essere molto astuto, che intraprende un dialogo con la donna. Le fa notare che Yahweh non vuole che gli umani mangino dell’albero della conoscenza del bene e del male, perché altrimenti diventano come Dio. Alla fine del dialogo, la donna si convince di mangiare del frutto proibito e condivide questo frutto con Adamo. Alla fine i due uomini vengono puniti da Yahweh.
Io vorrei porre l’attenzione su alcuni dettagli che ritengo rilevanti. Innanzitutto il Serpente è stato accusato dai teologi di essere bugiardo, ma non è affatto così, perché ad un certo punto del testo Yahweh dice:
Ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male.
Non voglio entrare nel merito del cosiddetto frutto e di cosa questa parola potesse indicare. Non voglio fare speculazioni filosofiche e men che meno teologiche su cosa potesse essere l’albero della conoscenza del bene e del male. Quello che voglio far notare è che il Serpente/Lucifero ha detto la pura verità alla donna. Mangiando di quel frutto essi sono diventati come gli dèi/Elohim.
Questo significa che Lucifero, il Serpente Antico, ha aiutato Adamo e Eva a raggiungere un maggior grado di consapevolezza. Li ha emancipati. C’è inoltre una teoria che vorrei quantomeno considerare. Alcuni studiosi ritengono che il frutto proibito non fosse altro che il sesso. Ecco perché Yahweh dice poi alla donna che partorirà con dolore. Questa non è affatto una punizione, come stupidamente si ritiene, ma non è altro che la conseguenza dell’atto che la donna ha compiuto. È possibile inoltre che il Serpente fosse un essere in carne ed ossa che volesse fare sesso con la donna, la quale si è fatta sedurre da lui e in questo modo ha conosciuto l’atto sessuale e il senso della riproduzione. Quindi ha poi fatto sesso con Adamo ed ecco che il mistero della conoscenza è stato svelato. Ritengo che questa teoria sia più che valida. Sicuramente è molto più logica e convincente delle sciocchezze che sono state raccontate dai profani cristiani.
In conclusione ritengo che le interpretazioni dei testi biblici siano tutte da rivedere, perché i teologi cristiani hanno fatto danno a motivo delle loro speculazioni. Bisogna inoltre considerare che i cristiani hanno preteso di dare il significato dei testi ebraici, che non gli appartengono assolutamente. Non a caso gli ebrei non condividono le dottrine cristiane e le speculazioni filosofiche e teologiche che i cristiani hanno fatto sui testi ebraici. Io invito a rileggere con molta attenzione i capitoli dell’Antico Testamento che ho citato sopra, per capire che le cose non stanno come ci hanno detto al catechismo cristiano. Forse quei racconti andavano bene quando eravamo piccoli, ma si cresce e la nostra consapevolezza deve crescere con noi, quindi non possiamo credere ancora alle favole. Ricordo anche che questi racconti non sono storia, ma stiamo parlano di miti, di racconti antichi che non hanno alcun riscontro scientifico e storico. Quindi sarebbe meglio considerarli dal punto di vista simbolico.
Da dove viene il nome Lucifero?
Per comprendere l’origine del nome Lucifero, dobbiamo ritornare sul passo biblico di Isaia. L’espressione che ci interessa è quella del cap.14 versetto 12, lì dove dice in ebraico Helel ben shachar. Questa espressione la possiamo tradurre letteralmente Splendente figlio dell’aurora. Dunque il vero nome di Lucifero, quello biblico, ossia quello della Tanak ebraica, è Helel. Questo nome è diventato poi Lucifero, quando il testo è stato tradotto dall’ebraico al latino (Lucifer). La parola Lucifero – si sa – significa Portatore di luce.
Adesso abbiamo le basi sulle quali costruire un pensiero. Abbiamo in particolare due elementi precisi che si associano a questa forza cosmica: l’essere splendente e il portare la luce. Questi due concetti sono connessi, perché non si può splendere se non si ha la luce. Ma di che luce si sta parlando?
Per dare una risposta a questa domanda bisogna sapere che Lucifero è il nome che si attribuiva al pianeta Venere, chiamato la stella del mattino. Questo pianeta splende di luce propria ed è ben visibile in cielo al momento dell’aurora. Possiamo quindi dire che Helel è il nome che gli ebrei associavano probabilmente a Venere, anche se questo pianeta viene chiamato in ebraico Nogah. Possiamo pensare che un altro nome attribuito a questo pianeta era Helel. In altre parole, dal punto di vista materialistico e astronomico Lucifero non è altri che il pianeta Venere.
Lucifero non è il demone descritto dai cristiani, ma semplicemente il pianeta Venere.
A questo punto, dobbiamo dire che i teologi si sono divertiti parecchio con le loro speculazioni filosofiche. Quando parliamo di Lucifero, dal punto di vista materiale, parliamo di un pianeta, che non è un demone, che non fa male a nessuno e che non spaventa neanche un bambino. Anzi, questo pianeta porta la luce propria nel cielo, splende e affascina gli uomini di ogni epoca.
Helel/Lucifero nella Cabala letterale
Cerchiamo adesso di analizzare il nome ebraico Helel dal punto di vista esoterico, appoggiandoci agli studi cabalistici sulle lettere ebraiche. Il nome Helel è dato da tre lettere ebraiche: la He più due Lamed. Analizziamole insieme.
Ricordo che l’alfabeto ebraico è dato da 22 lettere più cinque finali, che si chiamano sofit. Ogni lettera ha un significato simbolico, che è stato molto considerato dagli esoteristi a partire dall’Ottocento. Tante sono state le speculazioni fatte sulle lettere dell’alfabeto ebraico, ma io voglio mantenere solo il significato principale del simbolo e la sua associazione agli arcani dei tarocchi. Per il momento pensiamo solo al significato simbolico delle lettere He e Lamed.
La He è la quinta lettera dell’alfabeto ebraico, quindi il suo valore numerico è 5 (teniamo presente i valori numerici, perché possiamo tradurre la parola Helel in valore numerico e scoprire secondo la numerologia il suo significato simbolico). Secondo i cabalisti, la He sarebbe il soffio di Dio, una lettera che si pronuncia aspirata. I cabalisti associano alla He i cinque livelli dell’anima:
1. Nefesh, la parte animica collegata agli istinti;
2. Ruach, la parte animica collegata alle emozioni;
3. Neshamah, la parte animica collegata alla mente;
4. Chaya, la parte animica che funge da ponte verso la trascendenza;
5. Yechidah, la parte animica più elevata, più vicina all’unità divina.
Non possiamo ignorare il fatto che la lettera He compare per ben due volte nella parola YHWH, che si pronuncia Yahweh, che sarebbe il nome del Dio veterotestamentario, tanto per intenderci il Dio degli ebrei adottato dai cristiani. Questo nome si forma con le lettere Yod, He, Waw, He. Notiamo così che la He si presenta per ben due volte. Essendo una lettera aspirata, che si associa molto al mondo spirituale, si possono fare tante speculazioni sul senso spirituale di questo nome; ma tali speculazioni le lasciamo fare ai cabalisti appassionati.
N.B. Io onestamente credo che le speculazioni filosofiche ci allontanino molto dal puro significato delle cose, che è quello che personalmente voglio approfondire e sul quale voglio riflettere. Nelle speculazioni si dicono anche tante sciocchezze, perciò evitiamo di incorrere in questo errore.
Ritorniamo al nome Helel/Lucifero e alle lettere ebraiche che lo compongono. Abbiamo visto per sommi tratti il senso della lettera He. Questa è seguita da due Lamed. La Lamed è la dodicesima lettera dell’alfabeto ebraico, con valore numerico pari a 30. Essa presenta una caratteristica peculiare: va in alto più di tutte le altre. Per questa ragione, dal punto di vista simbolico, indica una connessione profonda con il mondo dei cieli, il mondo della elevazione spirituale. Poiché questa lettera si eleva sulle altre e ha una posizione centrale nell’alfabeto ebraico, è chiamata il re dei re.
Dobbiamo anche considerare che la lettera Lamed dà vita alla parola lev, che si scrive con una Lamed e una Bet. Questa parola si traduce cuore. Possiamo quindi dire che la Lamed è la lettera del cuore, che dal punto di vista simbolico rappresenta il corpo astrale, detto anche emozionale, ossia l’insieme delle nostre emozioni e dei nostri sentimenti, nonché l’insieme dei nostri desideri – si parla infatti anche di corpo dei desideri.
Helel/Lucifero nella numerologia
Abbiamo detto che il nome Helel si forma con le lettere He, Lamed, Lamed. Se trasformiamo queste lettere in numeri, otteniamo 5, 30, 30. Se facciamo la somma teosofica di tali valori otteniamo il numero 11. Quindi il numero di Helel/Lucifero è 11.
Che significato attribuisce la numerologia al numero 11? Cerchiamo di sintetizzarlo.
Innanzitutto la numerologia (che è la disciplina che indaga il significato simbolico dei numeri) considera l’esistenza di tre numeri maestri: 11, 22, 33. In numerologia si dice che chi è collegato a questi numeri è dotato di una grande consapevolezza. In questo senso, Lucifero diviene simbolo della più grande consapevolezza che l’uomo possa raggiungere.
Dal punto di vista numerologico, l’11 è il numero delle sfide e delle prove. Questo concetto si sposa perfettamente con il mito di Lucifero, l’angelo che avrebbe sfidato Dio. Il numero 11 indica anche il rinnovamento, e noi non possiamo non considerare il rinnovamento spirituale. Chi infatti si accosta al vero significato del nome Helel/Lucifero si rinnova dal punto di vista spirituale, perché apre la propria mente e raggiunge un nuovo livello di consapevolezza. È questo che voglio che accada al lettore di questo testo. Voglio che tu possa conoscere meglio la figura di Lucifero e i suoi significati per accendere una luce interiore che ti possa guidare nel tuo cammino spirituale.
Altri possono essere i significati che gli studiosi possono associare al numero 11, ma qui abbiamo toccato i punti principali, che il lettore ricorderà con semplicità. Abbiamo detto che l’11 è un numero Maestro e che indica la sfida e il rinnovamento. Come ho già detto prima, non voglio dare adito alle speculazioni filosofiche che sono state fatte nel corso dei tempi, perché ritengo che non facciano altro che confondere le idee del ricercatore.
Helel/Lucifero nei tarocchi
Le 22 lettere dell’alfabeto ebraico sono state associate ai 22 arcani maggiori dei tarocchi. Il primo esoterista che ha avuto questa idea è stato Eliphas Levi (siamo nell’Ottocento). Abbiamo detto che Helel è un nome formato da una He e due Lamed. La He è la quinta lettera dell’alfabeto ebraico, mentre la Lamed è la dodicesima. Questo significa che dobbiamo considerare gli arcani maggiori numero 5 e numero 12.
L’arcano maggiore numero 5 è il Papa, o il Sommo Sacerdote. Questa lama corrisponde all’archetipo del dio dei cieli Urano e ovviamente si associa all’omonimo pianeta. L’immagine che presenta questo arcano è quella del Papa, assiso su una sorta di trono con un bastone nella mano sinistra. La mano destra benedice due persone che gli sono inginocchiate dinanzi.
Il significato principale di questo arcano è collegato ai misteri e ai segreti. Il papa è quello che rivela i segreti al mondo. Ovviamente è anche il Pontefice, quindi è un ponte tra il mondo materiale e quello spirituale. Le parole chiave che possiamo associare al Papa sono: aiuto, insegnamento, sacro, saggezza, anzianità, maturità, guida spirituale, matrimonio, ponte, unione.
L’arcano maggiore numero 12 è l’Appeso. Questo si ricollega all’archetipo del dio fabbro, Efesto. È collegato al pianeta Mercurio. La lama presenta un uomo appeso, che sembra danzare nel suo dolore. Il significato simbolico dell’Appeso è il cambiamento repentino, quello improvviso che non ti aspetti. Questa lama può aiutarti anche a riflettere sul cambio di prospettiva, ossia sul riuscire a vedere qualcosa da un altro punto di vista. Le parole chiave che associamo a questo arcano sono: capovolgimento, lavoro, cambiamento.
Al di là delle lettere che formano la parola Helel, ossia la He e la Lamed, Lucifero è presente nei tarocchi con un arcano che viene chiamato Il Diavolo. Trattasi del quindicesimo arcano maggiore. Esso è collegato all’archetipo del dio distruttore, quindi a Shiva, a Poseidone e a Pan. La lama de’ Il Diavolo indica la passione e la tentazione, e non dev’essere intesa solo in senso negativo. Ogni simbolo infatti ha un significato in positivo e uno in negativo. È ovvio che tendenzialmente c’è un significato che può spiccare su tutti gli altri, ma ciò non esclude che un’immagine principalmente negativa, come quella del Diavolo, possa avere dei significati positivi.
Partiamo dal significato negativo di questa carta. Il Diavolo invita a riflettere il consultante sul concetto di tentazione. Questa lama sta ad indicare che il soggetto è tentato di fare qualcosa che secondo la morale comune sarebbe una cosa cattiva o malvagia. Può essere però che secondo lui o lei sia giusto fare questa cosa. Dobbiamo considerare che nel mondo dell’esoterismo il concetto di male e bene, di giusto e sbagliato sono relativi. È per questo che Aleister Crowley ha detto che la sua legge di vita è Fai ciò che vuoi.
Il Diavolo dunque ti sta dicendo di seguire i tuoi istinti più materiali e ti incoraggia a non fare delle rinunce. Questa carta ti invita a seguire ogni tuo desiderio, senza farti alcun problema di carattere morale. È per questo che Il Diavolo si collega al corpo astrale, detto anche corpo dei desideri. È infatti nella sfera astrale che agisce maggiormente questa forza cosmica. Essa va a toccare tutte le tue emozioni e ti carica di energia sessuale. Non a caso, la tentazione che puoi avere è quella di fare una trasgressione sessuale, tipo tradire il tuo partner. Il Diavolo ti dice che se senti di fare questa cosa significa che hai bisogno di vivere questa esperienza, quindi falla. Questa carta indica la passione che pervade il tuo essere e che ti trascina a seguire i tuoi piaceri. Tutto il mondo religioso ti invita solitamente a rinunciare ai piaceri, soprattutto a quelli sessuali. Il Diavolo dice invece che la vita dev’essere goduta appieno, perché l’astinenza porta all’insoddisfazione e all’infelicità. Il piacere edonistico ti aiuta a stare bene. Cosa viviamo a fare se non per qualche istante di piacere? Il Diavolo ti dice che hai il diritto di mangiare tutto quello che vuoi, di bere tutto quello che vuoi, di fare sesso con chi vuoi, maschio o femmina che sia (purché sia consenziente).
Una parola chiave che si associa a questa carta è divisione. La parola diavolo infatti indica il concetto di dividere. Questo può voler dire lasciare andare cose o persone. Dividi una relazione che non funziona, che non ti dà piacere. Non farti troppi problemi se devi dividere due amici che non vanno più d’accordo. Il Diavolo ti fa riflettere sul fatto che la divisione fa parte del ciclo della vita, quindi la devi accettare. È anche vero che questa lama può indicare l’arrivo di una divisione che ti fa soffrire. Come dice il Buddha, la separazione da ciò che ci piace procura dolore (dukkha). L’arrivo del Diavolo può essere per te la fine di una passione, di un piacere ovvero di un godimento. Questo ti farà soffrire così tanto da farti sentire all’inferno, ma non devi temere, perché vi è sempre una vita di uscita.
Precisiamo una cosa. Nel mondo dell’esoterismo, l’inferno e il paradiso non sono luoghi, ma stati dell’essere. In altre parole, sia l’inferno che il paradiso sono qui e ora. Non sperare in una promozione futura o non ti preoccupare di una bocciatura futura. Queste cose esistono solo nelle menti di chi le hanno inventate e dei creduloni che le hanno accettate. L’inferno inteso come luogo di fuoco con diavoli e mostri spaventosi non esiste, non è mai esistito. Esiste invece uno stato di sofferenza che ti fa sprofondare negli inferi, che ti fa sentire tre metri sottoterra.
La speranza è sempre dietro l’angolo. Infatti nell’immagine del Diavolo questo personaggio tiene in mano una torcia: ecco il riferimento a Lucifero, il portatore della luce. Questa torcia è il simbolo che ti dice che hai la possibilità di uscire dall’inferno. Come? Diventandone il re. Qualcuno ha detto che è meglio regnare all’inferno che non essere schiavo in paradiso. Questa frase non deve essere considerata come un insulto alla fede, ma è una profonda realtà esoterica. A cosa ti serve stare in un luogo di benessere se sei schiavo di qualcuno, se la tua volontà non conta niente, se devi asservire un dio che ti potrebbe punire da un momento all’altro, ma poi dice di amarti?
Il lato oscuro di Lucifero
In tutte le tradizioni essoteriche Lucifero è l’imperatore dell’inferno. Egli avrebbe al suo servizio dei demoni, che fanno esattamente ciò che lui vuole. Questa idea ha suggestionato i filosofi, i poeti, gli scrittori e tutti i teologi di ogni epoca, tanto che è nata una disciplina – la demonologia – che si preoccupa di conoscere il regno infernale.
Nell’esoterismo della Cabala, in particolare, sono stati ideati degli arcidiavoli, come antitesi degli arcangeli. Diciamo che le speculazioni al riguardo sono tante. Ogni demone avrebbe un proprio sigillo, che servirebbe all’operatore del male per richiamare questa forza. Qui si entra nel mondo della magia nera ovvero dell’arte chiamata Goetia, che sarebbe la pratica magica che si pone come obiettivo l’invocazione e l’evocazione di demoni.
Siccome tante sono state le speculazioni filosofiche al riguardo, esistono diverse gerarchie infernali. In particolare, due sono quelle principali: la gerarchia stabilita dagli esoteristi occidentali e la gerarchia stabilita dai cabalisti del medio-oriente.
Gli esoteristi occidentali sono tanti e tante sono state le idee offerte per immaginare il regno infernale. Ad esempio, l’esorcista conosciuto con il nome di Padre Amorth ha parlato di una triade infernale posta a capo dell’inferno. Essa vedrebbe Lucifero come imperatore, Belzebub come principe e Astaroth come granduca. Altri hanno invece parlato di una triade formata da Lucifero, il Leviatano e Asmodeo. Altri autori, come l’inglese Barrett, hanno diviso gli spiriti maligni per gradi, distinguendo i demoni che vogliono essere adorati da quelli mendaci, da quelli ingannatori e così via.
I cabalisti invece hanno collegato i demoni agli elementi della natura, quindi parlano di diavoli del fuoco, dell’aria, dell’acqua, della terra e in più dei sotterranei, del ghiaccio e delle tenebre. Ogni categoria avrebbe ovviamente le sue caratteristiche, e ognuna di queste categorie sarebbe guidata da un demone capo, un arcidiavolo. Ne sono stati ideati dieci. Cerco di sintetizzarli di seguito:
1. Demoni della rivolta guidati da Moloch;
2. Demoni della menzogna guidati da Belzebub;
3. Demoni della falsità guidati da Lucifero;
4. Demoni impuri guidati da Astaroth;
5. Demoni della collera guidati da Asmodeo;
6. Demoni della discordia guidati da Belfagor;
7. Demoni della ribellione guidati da Baal;
8. Demoni della ferocia guidati da Adramelech;
9. Demoni osceni guidati da Lilith;
10. Demoni crudeli guidati da Nahenia.
Questi sono solo i nomi dei demoni principali considerati nel mondo dell’esoterismo, ma ve ne sono tanti altri. Ad esempio, così come la Cabala ebraica ha ideato 72 angeli custodi, sono subito stati ideati ben 72 demoni, ma non starò qui a farne l’elenco, anche perché ripeto che queste speculazioni intellettuali servano a ben poco.
Un esoterista deve sicuramente conoscere il mondo degli spiriti maligni, così come deve conoscere il mondo degli spiriti benefici; ma questo non significa che questi cosiddetti angeli e demoni debbano essere considerati come persone, con un nome e delle caratteristiche addirittura caratteriali. Io personalmente ritengo che esistano delle forze della natura che non sono né buone né cattive, ma che hanno semplicemente una funzione cosmica. A seconda di come percepiamo queste forze, le consideriamo angeli o demoni, così parte la fantasia e iniziamo a inventare nomi e caratteristiche. Ritengo che sia molto facile cadere nella superstizione quando si parla di questi temi; devi considerare che non siamo più nel Medioevo. Certe credenze erano comprensibili secoli addietro, quando l’ignoranza regnava sovrana, ma oggi non accetto più queste concezioni obsolete. È bello dal punto di vista culturale leggere i libri antichi e vedere anche come i demoni dell’antichità venivano rappresentati. Chi come me ha visto immagini del genere sa che questi demoni più che spaventosi erano davvero grotteschi. Oggi non possiamo accettare come vera questa concezione e non possiamo pensare di evocare demoni come lo si faceva in passato.
È anche vero che ci sono certi rituali oscuri che vengono fatti tutt’oggi da persone ignoranti e squilibrate, che ad esempio uccidono animali o fanno violenza sulle donne. Essi pensano di fare un sacrificio gradito a Lucifero o Satana e hanno una concezione tutta distorta della realtà. Io ci tengo a precisare che un vero luciferino non farebbe mai una sciocchezza simile, ma parteciperebbe ad un rituale esoterico serio, fatto senza eccessi e senza trasgredire alcuna legge.
Un rituale esoterico abbastanza luciferino è ad esempio quello che vien fatto in Massoneria nel rito di iniziazione. Il soggetto che vuole entrare nella loggia massonica chiede espressamente la luce, che gli viene data attraverso un lungo rituale che non sto qui a descrivere. Questa luce può considerarsi la luce di Lucifero, che apre gli occhi del profano e lo guida in un percorso di consapevolezza che dovrebbe stravolgere la sua vita.
Per quanto riguarda dunque il regno infernale io direi che nel corso della storia sono state inventate tante sciocchezze. Questo perché negli uomini è nata l’esigenza di immaginare un dio personale, un Lucifero o Satana personale e angeli e demoni personali. Non si riesce ancora a comprendere che essi non sono altro che simboli.
La luce di Lucifero (conosci te stesso)
Come sappiamo bene, Lucifero è il portatore di luce. Il problema è comprendere che significato abbia questa luce. Trattasi della luce della conoscenza del bene e del male, ovvero, in altre parole, della luce della consapevolezza. Questa luce ci porta a riflettere su un motto esoterico molto antico: NOSCE TE IPSUM, ossia conosci te stesso.
Questo è un invito alla consapevolezza interiore, cioè a cessare di riporre la nostra attenzione sul mondo esteriore, concentrandoci sul mondo interiore. Gli orientali parlano di terzo occhio, ovvero dell’occhio dell’introspezione. Essi hanno un modello divino che ricorda loro questo concetto: parliamo del dio Shiva. Egli avrebbe un terzo occhio al centro della fronte che gli conferisce dei poteri super-naturali.
L’iniziato che riceve la luce di Lucifero non deve certo pensare di diventare una sorta di dio, come Shiva, e di poter godere di super poteri. Dobbiamo però considerare che avere un elevato livello di consapevolezza conferisce dei veri e propri poteri su di sé e anche sugli altri. Il primo potere di cui l’iniziato sarebbe dotato è il massimo autocontrollo e il secondo potere è la capacità di vivere nell’adesso. Riflettiamo un attimo su questi due punti.
Noi tendiamo a parlare, pensare ed agire senza molto controllo. Sembriamo degli automi, non riflettiamo bene e agiamo seguendo i nostri istinti. Un iniziato che ha ricevuto la luce di Lucifero non si comporterà mai in questo modo. Egli è consapevole di ogni suo pensiero, di ogni sua parola e di ogni sua azione. In altre parole egli è dotato di quello che Buddha ha chiamato la retta presenza mentale. Egli è presente a se stesso e conosce ogni singolo movimento energetico che avviene al proprio interno.
Per comprendere la retta presenza mentale ti propongo un esempio molto semplice. Ti è mai capitato di guidare un’auto come un automa? Di fare un tratto di strada senza accorgertene ed a un certo punto chiederti: “Come mi ritrovo qui?”, oppure “Caspita! Ho sbagliato strada”. Ebbene, ti confesso che a me questo evento è accaduto più volte nella vita. Questo significa che quando guidavo l’auto non avevo la retta presenza mentale. Non ero presente a me stesso e non mi rendevo conto di quello che il mio corpo faceva. In altre parole, non avevo il controllo vero dei miei pensieri e delle mie azioni. Anzi, i pensieri andavano da soli, proprio come l’auto. Questo esempio ti aiuta a comprendere cosa non è la retta presenza mentale.
Un altro significato che nella filosofia buddista si attribuisce alla retta presenza mentale è la capacità di mantenere la mente libera dalla confusione e dalla brama. Dobbiamo dire che secondo il Buddha la brama sarebbe la causa della nostra sofferenza, quindi se riusciamo a liberarci da essa saremo sicuramente più felici. Dunque la luce di Lucifero rende una persona più felice oltre che più consapevole? Certo, perché la felicità è nella consapevolezza. Una persona che vive senza consapevolezza non sarà mai felice, perché sarà un automa e vivrà sempre condizionata da persone e situazioni esterne. Una persona che riesce invece ad essere consapevole si assume la responsabilità della propria vita e di quello che accade all’interno del proprio essere. Ecco che diventa una persona felice, il che non vuol dire che non vivrà momenti di dolore o di prova, ma ci sarà nella sua vita un certo rumore di fondo di felicità. La maggior parte delle persone vivono invece con un rumore di fondo fatto di insoddisfazione e dolore – il dukkha del buddismo. Quello che l’iniziato luciferino deve capire è che la luce che riceve da questa forza cosmica è per lui un bene, anche se all’inizio potrebbe trascinarlo nella sofferenza.
Perché all’inizio il soggetto potrebbe soffrire?
Perché egli sarà costretto a lavorare per cambiare la sua vita. Il cambiamento genera sofferenza, perché tutti noi abbiamo una zona confort che non ci fa crescere, che non ci permette di migliorare. Per diventare consapevoli dobbiamo abbandonare questa zona ed uscire dal nostro guscio. La luce di Lucifero ci aiuterà a capire in che modo realizzare questo passo.
L’altro punto da tenere in considerazione non è molto lontano dal concetto di presenza mentale ed è la capacità di vivere nell’adesso, nel qui e ora. Il problema qui è sul piano mentale. La nostra mente lavora continuamente andando nel nostro passato o cercando di anticipare il nostro futuro. Quanto è difficile concentrarsi sul momento presente! Nella nostra mente passano fotogrammi del nostro passato che causano delle emozioni, il più delle volte negative; questo va a generare altri pensieri negativi e così si genera un loop dal quale non riusciamo a venirne fuori. Come si può uscire da quest’impasse? Semplice: concentrandoci sull’adesso.
Propongo due esercizi semplicissimi per riuscire a vivere qualche istante o minuto nel qui e ora:
1. Il primo esercizio consiste nel riuscire a concentrarsi sul proprio respiro. Devi sederti con la schiena retta, chiudere gli occhi e semplicemente respirare lentamente. Non devi fare altro che riporre tutta la tua attenzione sul tuo respiro. In quel momento non deve esistere altro. Vedrai che ti sentirai pienamente vivo/a e vivrai per qualche istante o minuto (questo dipende da te) nell’adesso.
2. Il secondo esercizio si chiama la chiave di sol, dove sol è un acronimo che sta per soggetto, oggetto, luogo. In altre parole, devi fermarti un attimo e chiederti chi sono? (soggetto), cosa faccio? (oggetto), dove sono? (luogo). Rispondi con consapevolezza a queste domande, dopodiché riprendi a fare quello che stavi facendo. Vedrai che sarai diverso/a a livello di coscienza.
Tutte queste riflessioni e questi esercizi non fanno altro che aiutarci a conoscerci meglio, quindi a seguire il motto conosci te stesso. Devi riflettere tanto su questo motto: ti consiglio di scriverlo su un foglietto e portarlo sempre con te. Scrivilo sul cellulare, negli appunti, e ogni tanto dagli un’occhiata. Fai in modo di vedere più volte durante il giorno la scritta conosci te stesso. Questo serve a stimolarti per fare qualcosa di consapevole e per lavorare su di te.
Il lavoro di consapevolezza non deve avere un obiettivo preciso. Molti si fissano perché vogliono raggiungere il risveglio o l’illuminazione, ma io sono del parere che queste cose non esistono. L’uomo risvegliato con i super-poteri è un’idea che forse andava bene in passato, ma oggi è per me obsoleta e fallace. Puoi senz’altro vivere un risveglio spirituale, ma questo non significa che diventerai una sorta di Buddha o Cristo. Non cadere in queste illusioni, altrimenti non farai altro che essere deluso/a e ad un certo punto cesserai di camminare nel sentiero della consapevolezza e del lavoro personale/spirituale. Devi prendere consapevolezza del fatto che siamo semplici esseri umani, fatti di limiti e debolezze. Le devi accettare e le devi controllare. La luce di Lucifero ti porta a conoscere quelle verità che quasi nessuno vuole ammettere. Una di queste verità è che siamo semplici esseri umani e non possiamo diventare dèi, se non in senso simbolico. Diventare un dio può voler dire non dipendere da nessuno, non farsi condizionare dagli eventi esteri, ovvero diventare l’imperatore della propria vita, l’unico responsabile di ciò che ti accade. Un dio conosce se stesso, è pienamente consapevole di quello che fa e di quello che vuole. Un dio vive nella beatitudine e sa lottare con i suoi demoni. Quando realizzi tutto ciò potrai definirti un risvegliato, un dio in terra; ma gli altri non ti capiranno, perciò non ti converrà dirlo a nessuno. Un topo non capisce il linguaggio dell’aquila.
© 2025 – SALVATORE HOTARU MARINÒ - Queste parole hanno un’anima. Rispettala.
Crea il tuo sito web con Webador