Il libro della Legge

Pubblicato il 27 agosto 2025 alle ore 21:07

Il Libro della Legge, noto anche come Liber AL vel Legis, è il testo centrale di Aleister Crowley e la base della filosofia di Thelema. Fu scritto nel 1904 al Cairo, quando Crowley affermò di aver ricevuto la rivelazione da una voce esterna, l’entità Aiwass, che si presentava come messaggero degli dèi. Il libro è diviso in tre capitoli, ciascuno attribuito a una divinità: Nuit, dea dello spazio infinito; Hadit, punto di coscienza pura e motore dell’esperienza; Ra-Hoor-Khuit, divinità solare guerriera che incarna l’energia dell’eone presente.

Il linguaggio del testo è oracolare, poetico e spesso oscuro, pieno di simboli e immagini ambigue. Non offre una dottrina lineare, ma una rivelazione da interpretare. Al centro vi è l’affermazione fondamentale: “Fai ciò che vuoi sarà tutta la Legge. Amore è la legge, amore sotto la volontà”. Questa formula viene intesa da Crowley come la chiave dell’etica di Thelema: l’essere umano non è chiamato a obbedire a regole esterne, ma a scoprire e compiere la propria vera volontà, un principio interiore che trascende il desiderio egoistico e si accorda con l’armonia universale.

Il libro introduce anche la visione degli “eoni”, le grandi ere spirituali. Secondo la rivelazione, l’umanità era entrata nel nuovo eone di Horus, che succedeva a quello di Osiride dominato dal sacrificio e dal senso di colpa. L’eone di Horus è l’era della libertà, della forza e dell’autorealizzazione, in cui ogni individuo deve diventare il proprio sacerdote e re. Questo passaggio epocale segna un rovesciamento dei vecchi paradigmi religiosi, indicando un futuro in cui l’individuo non si piega a un dio esterno ma riconosce la divinità dentro di sé.

Il testo contiene esortazioni, enigmi e talvolta dichiarazioni paradossali. Vi si alternano inviti alla gioia, al piacere, alla celebrazione della vita e affermazioni più dure, cariche di toni guerreschi e apocalittici. Questa ambivalenza riflette il carattere di un libro che non vuole imporre una morale, ma scuotere il lettore e spingerlo verso una trasformazione radicale. Per questo il Libro della Legge è stato interpretato in molti modi: come profezia, come poesia esoterica, come manuale simbolico, ma soprattutto come testo vivo che ogni praticante di Thelema deve confrontare con la propria esperienza.

Crowley stesso sottolineava che non era lui l’autore, bensì lo scriba di una comunicazione ultraterrena. Tuttavia la sua impronta è evidente nell’elaborazione successiva della dottrina. Il Libro della Legge è diventato il nucleo intorno a cui si sviluppa tutto il suo sistema magico e filosofico, la sorgente di rituali, commentari e interpretazioni che hanno alimentato le correnti esoteriche del Novecento.

Ancora oggi questo testo conserva il suo carattere enigmatico e provocatorio. Non è un libro che offre certezze, ma uno specchio che riflette l’interiorità del lettore, invitandolo a confrontarsi con la libertà assoluta e con la responsabilità di compiere la propria vera volontà. In questo senso il Libro della Legge continua a essere una pietra angolare dell’occultismo moderno e una voce radicale che invita alla liberazione personale e spirituale.

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