
ORDO SIGNORUM, filosofia occulta basata su simboli e archetipi
di Salvatore Hotaru Marinò
PARTE PRIMA
Introduzione all’Ordo Signorum
“Tutto ciò che esiste parla in segni. Solo chi ha occhi interiori per vedere e orecchie silenziose per ascoltare può decifrare il linguaggio profondo del reale.”
Nel silenzio tra le parole, nell’ombra tra le forme, nei sogni che si ripetono e negli incontri che ci scuotono — là vive un alfabeto antico, invisibile ma eterno. L’Ordo Signorum, l’Ordine dei Segni, è nato dall’ascolto di questo linguaggio dimenticato: un sistema di pensiero magico-filosofico che riconosce nel simbolo non un ornamento, ma una forza vivente.
Questo trattato non è un manuale per il potere, ma una mappa per il risveglio.
Non promette certezze, ma offre chiavi.
Chiavi per aprire porte interiori, soglie del reale, e archivi dell’anima.
L’Ordo Signorum si fonda su un principio radicale:
Ogni simbolo è un essere. Ogni archetipo è una soglia. Ogni evento è un messaggio.
In queste pagine si disvela un sistema in cui ogni segno – che sia estratto dal mazzo dei tarocchi, sognato nel dormiveglia, o incontrato per “caso” nella vita quotidiana – diventa parte di un linguaggio sacro. Un alfabeto occulto con cui l’universo comunica con chi è disposto a rispondere.
Il lettore che intraprende questo cammino entra in un ordine interiore, un percorso iniziatico che attraversa dodici principi, trentasei archetipi e una serie di pratiche per incarnare il significato nei gesti, nella parola e nella visione.
Non vi è dogma in queste pagine, ma visione.
Non vi è religione, ma rito.
Non vi è salvezza, ma risveglio.
Chi legge, scelga:
Entrare nell’Ordo Signorum non è aderire a una dottrina, ma decidere di vivere in ascolto del Mistero, con gli occhi aperti sul simbolo, e il cuore disposto a decifrare ciò che giace oltre il visibile.
In principio era il Segno.
E il Segno ancora parla.
L’Autore del Segno: Salvatore Hotaru Marinò
Alla radice dell’Ordo Signorum vi è un uomo il cui destino ha camminato a fianco del Mistero: Salvatore Hotaru Marinò, il fondatore, il trascrittore, il primo interprete del linguaggio simbolico qui rivelato.
Studioso dell’occulto, filosofo errante e iniziato alle vie profonde dell’Esoterismo, Marinò ha dedicato gran parte della sua esistenza alla ricerca del Centro Perduto, quella dimensione invisibile da cui emana il significato di ogni segno che appare nel visibile.
Formatosi tra testi dimenticati, riti silenziosi e maestri dell’ombra, egli ha percorso un sentiero di conoscenza che lo ha condotto all’interno di una prestigiosa società segreta. All’interno di tale Ordine ha ricevuto e custodito i semi della Tradizione — non per ripeterla, ma per rigenerarla.
È in questo spirito che nasce l’Ordo Signorum: come un’opera originale e necessaria, frutto di decenni di studio, meditazione, contemplazione simbolica e illuminazioni interiori.
Non un sistema costruito a tavolino, ma ricevuto — come un messaggio che si affaccia dallo spazio interiore, e che chiede forma.
Il nome Hotaru — "lucciola" in giapponese — è il nome scelto da Marinò per indicare la sua funzione: portare luce nel buio, ma una luce discreta, errante, notturna, che non acceca ma indica. Le lucciole, dopo tutto, non illuminano la via: la rendono misteriosa.
La sua opera non vuole essere seguita, ma risvegliata nel lettore.
Non si presenta come “maestro”, ma come traduttore di un linguaggio che ognuno può apprendere.
Perché l’Ordo Signorum non è solo un sistema: è un invito.
Un invito a leggere i segni della vita come messaggi, e la propria anima come un tempio vivente.
I PRINCIPI FONDATIVI
1. Il Segno è Vivente
“Il simbolo non è un’idea.
È una creatura.”
Nel cuore dell’Ordo Signorum batte un principio immutabile e sovversivo: il Segno è vivo.
Non è un mero ornamento del linguaggio, né una costruzione della mente. Il Segno è un ente sottile, una forma viva dell’invisibile che attraversa il mondo visibile per essere riconosciuta, accolta, compresa — o rigettata.
La modernità ha ridotto i simboli a decorazioni o strumenti: loghi, segnali, messaggi cifrati. Ma nell’antico linguaggio della Tradizione, il simbolo non rappresentava, ma era: un ponte tra i piani dell’esistenza.
Così nell’Ordo Signorum, ogni segno è una presenza vivente. Una forma abitata da una forza.
Chi lo incontra, entra in relazione.
Chi lo ignora, perde un’opportunità.
Il Segno come Entità
Ogni simbolo possiede tre nature:
1. Forma – È ciò che appare: un’immagine, una parola, un evento, una sincronicità.
2. Forza – È ciò che lo anima: una corrente psichica o archetipica che si esprime attraverso di esso.
3. Finalità – È ciò che chiede: una risposta, un movimento, una trasmutazione.
Quando un segno si manifesta nella vita di un individuo — un animale ricorrente nei sogni, una parola ripetuta, un archetipo che si presenta in più forme — non è una coincidenza. È una chiamata.
Ignorarlo è chiudere la porta alla comunicazione con il Mistero.
Accoglierlo è entrare nel dialogo sacro.
L’Incontro Iniziatico
Nel momento in cui il simbolo viene riconosciuto come vivo, si attiva un processo di risveglio.
Questo è il primo atto dell’iniziazione: vedere il mondo come un insieme di presenze simboliche.
Niente è più banale, tutto è significativo. La realtà diventa un testo sacro da decifrare.
Ma attenzione:
Solo chi si avvicina con rispetto riceve la risposta.
Solo chi ascolta può udire.
Solo chi riconosce, risveglia.
Il Segno non si impone, non urla.
Si mostra come un sussurro nel caos, come una fenditura nella trama. È compito dell’Iniziato porre lo sguardo lì dove gli altri passano oltre.
Pratica
Ogni giorno, prima di cominciare le attività, poniti una sola domanda:
“Quale Segno oggi mi parla?”
Poi osserva.
Cammina, ascolta, sogna, apri un libro a caso, guarda il cielo, scrivi.
Non cercare di capire. Lascia che sia il Segno a trovarti.
Scrivilo. Raccoglilo.
Dagli un nome.
E aspetta.
Così comincia il cammino.
Con un incontro.
Con un Segno.
Con la Vita che ti guarda attraverso i suoi occhi nascosti.
2. Tutto ciò che accade è un Messaggio
“Il caso è il nome che la mente dà all’Ignoto quando rifiuta di leggerlo.”
— Salvatore Hotaru Marinò
Se il primo principio afferma che il Segno è vivente, il secondo stabilisce la sua ubiquità:
Tutto ciò che accade è un messaggio.
In ogni evento, anche il più minimo, pulsa una vibrazione di significato.
L’universo, nella visione dell’Ordo Signorum, non è una macchina cieca, ma un organismo simbolico.
Ogni suo atto — dalla caduta di una foglia alla fine improvvisa di un’amicizia, da un ritardo inspiegabile a una canzone sentita per caso — è un segno offerto all’Iniziato.
Il mondo è in stato di comunicazione permanente.
L’antico detto ermetico “Come in alto, così in basso” trova qui una sua declinazione diretta:
Come nel dentro, così nel fuori.
Come nel visibile, così nel significato.
Nulla è neutro. Nulla è “solo una coincidenza”.
Chi pensa che il mondo sia muto è colui che ha dimenticato come si ascolta.
La Mente Cieca e l’Occhio Simbolico
L’uomo comune cerca spiegazioni.
L’Iniziato cerca risonanze.
Non si chiede “perché è successo?”, ma “cosa mi sta dicendo questo?”
Non cerca colpevoli, ma chiavi.
Non trova disturbi, ma inviti.
L’occhio simbolico non è superstizioso, ma sensibile.
Vede nei dettagli le aperture dell’Invisibile.
Cammina nel mondo come in un grande oracolo.
Ogni cosa che accade
accade per essere letta.
Il Codice della Vita
La realtà parla con tre alfabeti simbolici:
1. Gli eventi – Le trame del quotidiano che si muovono con ritmi segreti.
2. I sogni – Il linguaggio primordiale del Sé, non soggetto alla logica.
3. Le sincronicità – Quelle coincidenze che sembrano orchestrate, perché lo sono.
Quando uno stesso messaggio si ripresenta in più forme (un numero, un animale, un colore, un sentimento ricorrente), non è una ripetizione casuale: è una chiamata in aumento.
Il Segno insiste.
Finché l’anima non ascolta.
Pratica
Per entrare nel secondo principio, esercita la memoria simbolica.
Ogni sera, prima di dormire, chiediti:
Qual è stato il messaggio del giorno?
Cosa ha cercato di parlarmi, e come?
Annota un evento che ti ha colpito. Non importa se sembrava banale.
Descrivilo. Poi chiediti:
• Che emozione mi ha dato?
• Cosa risuona in me?
• A cosa somiglia interiormente?
Col tempo, questo esercizio trasforma la tua percezione:
dalla reazione all’ascolto, dalla confusione alla visione.
Così nasce il lettore del mondo.
Non chi predice il futuro,
ma chi legge il presente
come una lettera scritta da una mano invisibile.
3. Il Caso non esiste, esiste il Ritmo
“Il Caos è un Cosmo che non hai ancora imparato a danzare.”
Il terzo principio dell’Ordo Signorum demolisce una delle illusioni più radicate del pensiero profano:
Il Caso non esiste. Esiste solo un Ritmo che non hai ancora riconosciuto.
L’apparente disordine degli eventi, gli inciampi, i ritorni imprevisti, le coincidenze impossibili — tutto ciò che l’uomo superficiale liquida come “fortuito”, è in realtà parte di una Coreografia Invisibile.
Ogni vita danza.
Ogni vita è danzata.
L’Illusione del Caso
Il Caso è un concetto nato per difendere la mente dal Mistero.
Serve a proteggere l’ego dall’angoscia di non controllare, e dalla vertigine di sapere che ogni cosa che accade è collegata.
Ma nell’Ordine dei Segni, nulla è scollegato.
Il tutto vibra secondo Ritmi sottili, che l’anima può imparare a sentire.
Quando il Ritmo è riconosciuto, nasce la fede attiva: non cieca credenza, ma confidenza nel disegno.
La persona iniziata al Ritmo non chiede più: “Perché questo sta succedendo a me?”
Ma piuttosto: “A quale ciclo appartiene ciò che mi accade?”
Dove la mente vede casualità, l’anima riconosce ritorno.
Dove la mente vede interruzione, l’anima riconosce svolta.
I Tre Tempi del Ritmo
Tutto ciò che esiste si muove in Tre Tempi Iniziatici:
1. Preparazione – L’apparente silenzio, l’attesa, il segno minore.
2. Manifestazione – L’evento, lo shock, la rivelazione.
3. Integrazione – La comprensione, la trasformazione, l’allineamento.
Quando questi tre tempi si ripetono, ciclicamente, in una situazione, in una relazione o dentro di te, il Ritmo è attivo. È il momento di ascoltarlo, non di resistergli.
Tutto ciò che si ripete non è errore, ma insegnamento.
Il Ritmo è il Maestro.
L’Ascolto è l’Iniziazione.
La Danza è il Rito.
Pratica
Scegli un’esperienza che hai vissuto almeno due volte nella tua vita, anche se in forme diverse:
– un certo tipo di incontro,
– una perdita,
– una gioia improvvisa,
– un sogno che si ripete,
– una caduta ricorrente.
Poniti queste domande:
• Qual è il ritmo nascosto dietro questa esperienza?
• Quale lezione cerca di ripresentarsi?
• In quale fase dei tre tempi mi trovo ora?
Scrivi. Disegna. Cammina.
Lascia che il tuo corpo “senta” il Ritmo.
Solo così la vita smette di essere una serie di urti e diventa un Percorso Rivelato.
Chi riconosce il Ritmo, non ha più paura del Futuro.
Perché sa che nulla è fuori posto.
E che anche l’imprevisto ha una musica sacra.
4. Il Silenzio è il Custode del Vero
“Chi sa, tace.
Chi tace, ascolta.
Chi ascolta, comprende.
Chi comprende, custodisce.”
Nel cuore del cammino simbolico, c’è un luogo che non parla.
Un vuoto sacro, una soglia priva di parola, ma colma di potenza:
il Silenzio.
L’Ordo Signorum non è solo un sistema di decifrazione del visibile, ma anche una scuola del non detto.
Perché il Segno, prima di manifestarsi in forma, risuona in uno spazio senza suono.
Il Silenzio è il grembo del Simbolo.
Il Silenzio come Spazio Iniziatico
Nella tradizione esoterica più profonda, ogni vera conoscenza non può essere detta: può solo essere condivisa nel silenzio.
Le parole deformano, limitano, riducono.
Il Vero, invece, si comunica per risonanza, non per spiegazione.
Per questo, l’Iniziato impara prima a tacere che a parlare.
Non per segretezza, ma per sacralità.
Non per timore, ma per rispetto.
Il Silenzio non è assenza: è presenza assoluta.
È l’ambiente in cui il Simbolo respira.
È lo spazio in cui il Ritmo si rivela.
È la culla in cui il Segno si forma.
I Tre Volti del Silenzio
L’Ordo Signorum riconosce tre forme sacre di Silenzio, ognuna legata a un passaggio interiore:
1. Il Silenzio dell’Ignoranza
– Dove la mente cede e riconosce di non sapere.
– È la porta dell’Umiltà.
2. Il Silenzio dell’Ascolto
– Dove l’ego si fa da parte per accogliere il Messaggio.
– È la soglia dell’Attenzione.
3. Il Silenzio della Custodia
– Dove il Segreto appreso non viene svelato, ma coltivato.
– È il tempio dell’Iniziazione.
In ogni momento del cammino, l’Iniziato ritorna al Silenzio.
Non per fuggire dal mondo, ma per ritrovare l’Asse.
Pratica
Una volta al giorno, cerca uno spazio per non fare nulla e non dire nulla.
Anche solo dieci minuti.
Niente stimoli, niente risposte, niente appigli.
Siedi. Respira. Ascolta.
Poi, poniti questa domanda silenziosa:
“Cosa vuole dirmi il Silenzio oggi?”
Non cercare risposta.
Lasciala emergere.
Annota poi non ciò che hai pensato, ma ciò che hai sentito nel corpo, nella pelle, nei sogni successivi, nei segni che sono apparsi.
Nel Silenzio, il Simbolo si prepara.
Nel Silenzio, il Ritmo si dispiega.
Nel Silenzio, il Vero si svela —
ma solo a chi sa non parlarne.
PARTE SECONDA
Il Rito del Segno – Come si Evoca un Segno
“Non si tratta di inventare.
Non si tratta di forzare.
Si tratta di aprire una porta, e poi aspettare.”
— Salvatore Hotaru Marinò
Dopo l’ascolto, viene il gesto.
Dopo la contemplazione, la chiamata.
Il Segno, infatti, può manifestarsi spontaneamente, ma può anche essere evocato —
non con la forza, ma con il giusto spazio, il giusto intento, e la giusta attesa.
❖ Premessa: evocare non è controllare
In molte vie esoteriche si confonde l’evocazione con la manipolazione.
Nell’Ordo Signorum, evocare un Segno significa disporre se stessi all’incontro, creare le condizioni affinché l’universo interiore ed esteriore si rispondano.
Non è il Segno che appare su comando.
È l’Iniziato che si dispone al dialogo.
Evocare un Segno è, dunque, un atto sacro:
un invito, non una pretesa.
un’apertura, non una conquista.
I Tre Atti dell’Evocazione
Ogni rito di evocazione simbolica si articola in tre atti fondamentali, che corrispondono ai movimenti interiori della coscienza.
1. L’Intenzione Chiara (Invocatio)
“Il Segno appare solo quando è chiamato dal cuore, non dalla curiosità.”
Poni una domanda viva.
Non un dubbio mentale, ma una necessità interiore.
Una domanda che ti coinvolge nel profondo, qualcosa che cerca forma, direzione, svolta.
Scrivila. Non pensare: senti.
Esempi:
– Qual è la forza che devo risvegliare in me ora?
– Quale messaggio mi attende oggi nel visibile?
– Cosa si sta preparando nella mia vita invisibile?
La qualità della tua domanda determina la qualità del Segno.
2. L’Atto Simbolico (Creazione del Varco)
“Il gesto crea lo spazio. Il rito apre il portale.”
Svolgi un gesto rituale semplice ma intenzionale, per creare un varco simbolico.
L’azione non è magica di per sé, ma rende visibile l’intenzione e apre il campo di ricezione.
Esempi di atti simbolici:
• Accendere una candela nera o bianca
• Scrivere la domanda su un foglio e piegarlo tre volte
• Tracciare un cerchio invisibile con il dito o con un oggetto simbolico
• Disegnare un segno inventato e caricarlo con respiro profondo
• Estrarre una carta, una parola da un libro, o un oggetto in modo oracolare
Non serve complessità.
Serve presenza.
3. L’Attesa Attiva (Ascolto del Segno)
“Evocare è anche accettare di non ricevere subito.”
Dopo l’intenzione e il gesto, viene il tempo dell’attesa.
Ma non è un’attesa passiva: è un ascolto in stato di apertura.
Rimani ricettivo per le ore o i giorni successivi.
Osserva ciò che accade attorno a te: parole udite, frasi che si ripetono, sogni, incontri, immagini che ti colpiscono.
Il Segno apparirà — ma non sempre dove lo cerchi.
Apparirà dove meno lo forzi.
Apparirà come un sussurro, mai come un grido.
Quando il Segno giunge, non interpretarlo subito.
Annotalo. Meditalo.
Lascia che si riveli da sé, come un seme che cresce nel buio.
Raccolta dei Segni: Il Diario del Varco
Conserva ogni Segno ricevuto in un Diario dei Segni, che diventerà nel tempo una mappa della tua evoluzione simbolica.
Ogni Segno è un frammento della tua leggenda personale.
Ogni pagina è un portale.
Scrivi:
– La data e l’ora dell’evocazione
– La domanda posta
– Il gesto rituale eseguito
– Il Segno ricevuto
– Le sensazioni, sogni o visioni correlate
Avvertenze Iniziatiche
• Non evocare più di un Segno al giorno.
• Non ripetere la stessa domanda compulsivamente.
• Non condividere i Segni ricevuti con chi non cammina la Via — il Segno si offusca se esposto troppo presto.
• Non mentire al Segno: ti ignorerà.
In sintesi
Evocare un Segno è aprire una soglia.
Ma solo chi è pronto ad attraversarla con umiltà riceverà risposta.
La magia non è nell’effetto,
ma nell’allineamento tra ciò che chiedi e ciò che sei.
Capitolo: La Pratica della Sincronicità
“La sincronicità è la firma dell’invisibile sulle cose del mondo.”
— Salvatore Hotaru Marinò
❖ Introduzione
Nel cammino dell’Ordo Signorum, la sincronicità non è un concetto curioso, ma una pratica sacra, un modo di abitare la realtà.
Il mondo visibile — se letto simbolicamente — si rivela come una rete vivente di eventi connessi dal significato, non dalla causa.
Questo è il cuore della sincronicità:
connessioni cariche di senso che appaiono senza spiegazione logica, ma con assoluta precisione interiore.
Quando vivi in allineamento con la tua domanda più autentica, il mondo risponde. Non con parole, ma con segni.
Questi segni arrivano quando smetti di cercare con la mente e inizi a percepire con l’anima.
❖ Che cos’è una sincronicità?
Il termine fu coniato da Carl Gustav Jung, per descrivere eventi che accadono simultaneamente, senza rapporto di causa-effetto, ma che sono profondamente significativi per chi li vive.
Esempi:
• Pensi a una persona e ti chiama.
• Stai leggendo un testo, e la frase parla esattamente del tuo problema.
• Un simbolo si ripresenta in sogno, in strada, in una canzone.
• L’universo ti risponde con un’immagine ricorrente, proprio nel momento in cui ne avevi bisogno.
Per l’iniziato dell’Ordo Signorum, questi non sono casi:
sono risonanze, sono alleanze del visibile con l’invisibile.
❖ Le 3 Regole della Pratica Sincronica
1. Domanda Viva → Spazio Ricettivo
La sincronicità non si forza.
Deve essere invocata con sincerità e poi attesa con attenzione sottile.
Poni una domanda chiara, poi lascia andare la volontà di controllo.
Agisci normalmente, ma rimani ricettivo.
2. Osservazione Attiva → Diario dei Segni
Segui l’arco delle 24-72 ore dopo la domanda.
Apri gli occhi interiori: sogni, parole ascoltate per caso, immagini, ritardi, coincidenze, malfunzionamenti, numeri ripetuti, animali totemici, gesti inconsueti.
Annota tutto ciò che risuona, anche se non capisci subito. Il significato arriva dopo, non durante.
3. Riconoscimento → Integrazione
Quando qualcosa ti “colpisce”, non analizzare subito.
Riconosci la sincronicità con gratitudine. Onorala con un piccolo gesto:
accendere una candela, fare un’offerta simbolica, compiere un’azione coerente con il messaggio.
Questo gesto è ciò che nell’Ordo Signorum chiamiamo:
Sigillatura del Segno.
Un modo per integrare ciò che è stato ricevuto.
❖ Rituale semplice di Sincronicità Consapevole
Da compiere la sera, nei giorni di dubbio o passaggio.
1. Scrivi una domanda su un foglio, con la mano sinistra (o non dominante).
2. Piega il foglio in tre, mettilo sotto il cuscino.
3. Pronuncia, con sincerità:
“Mi apro al Segno che mi attende.
Lascio andare il bisogno di sapere.
Ascolto ciò che verrà.”
4. Dormi.
5. Il giorno dopo, apri gli occhi come se fossi in un sogno.
Raccogli tutto ciò che si presenta, senza giudizio.
6. Dopo tre giorni, rileggi la domanda e osserva cosa è emerso.
7. Sigilla con un gesto: un disegno, un piccolo oggetto da portare con te, una frase da scrivere in un luogo segreto.
❖ Una via di magia vivente
“La sincronicità è il modo in cui il destino sussurra all’anima.”
Praticare la sincronicità non significa cercare segni ovunque in modo ossessivo, ma abitare poeticamente il mondo, fidandosi che ciò che deve arrivare… arriverà.
E quando arriverà, tu sarai pronto a riconoscerlo.
Chi vive nel flusso sincronico:
• si muove con leggerezza,
• agisce in risonanza,
• riconosce l’invisibile nel visibile,
• si lascia guidare dal linguaggio vivo del mondo.
❖ Aforisma finale
“Il Segno non parla al cieco.
Ma solo a chi ha occhi attenti, e cuore vuoto.”
PARTE TERZA
ORDO SIGNORUM NELLA VITA QUOTIDIANA
Leggere i sogni come Segni
“Ogni sogno è un messaggero in maschera.
Chi sogna con attenzione, vive due vite.”
— Salvatore Hotaru Marinò
❖ Il sogno come territorio simbolico
Nel cammino dell’Ordo Signorum, il sogno non è un effetto secondario della mente, ma un territorio sacro di rivelazione.
È durante il sonno che la coscienza, liberata dai limiti della logica, si apre ai segni puri — immagini, figure, archetipi, incontri, numeri, animali, oggetti, che appaiono non per caso, ma per chiamata.
Il sogno è lo spazio simbolico per eccellenza, in cui l’Anima dialoga con l’Invisibile senza intermediari.
Dormire è iniziare un rito.
Sognare è ricevere un Segno.
Ricordare è accoglierlo.
Interpretare è incarnarlo.
❖ Il sogno come Varco
Ogni sogno è una porta.
A volte si apre su un insegnamento, altre su un avvertimento, altre ancora su una trasformazione in atto.
Chi sa ascoltare i propri sogni, cammina ogni notte nel tempio dell’interiorità, dove il simbolo si presenta senza censura.
Il linguaggio onirico è antico, fluido, non lineare.
Ecco perché non va tradotto in logica, ma in risonanza:
Cosa mi ha colpito? Cosa vibra ancora in me al risveglio?
A cosa assomiglia? A cosa mi chiama?
Nel sogno, il Segno non sempre dice “ciò che vuoi sapere”, ma ciò che devi vedere.
❖ Le Tre Vie dell’Interpretazione Onirica
Per l’Ordo Signorum, l’interpretazione del sogno non è una scienza, ma un arte iniziatica.
Essa segue tre vie principali, che possono convergere o alternarsi.
1. Via Archetipica
“Chi è apparso nel sogno?”
Ogni figura del sogno è un archetipo vivente. Può rappresentare:
• un aspetto di te stesso (ombra, guida, bambino interiore…)
• una forza che ti visita (divina, animale, ancestrale)
• una funzione dell’anima (desiderio, paura, chiamata)
Identificare l’archetipo ti aiuta a comprendere quale parte di te sta parlando.
2. Via Rituale
“Cosa accade nel sogno?”
Osserva il movimento del sogno come se fosse un rito sacro:
c’è un inizio, uno svolgimento, una trasformazione?
C’è una morte, una soglia, un passaggio, un oggetto ricevuto?
Ogni sogno può essere letto come un mito personale, un’iniziazione in miniatura.
3. Via Oracolare
“Cosa mi sta dicendo il sogno?”
A volte il sogno è una risposta diretta a una domanda che non hai osato fare.
Appare come un Segno chiaro: una voce, una parola, una direzione.
Quando ciò accade, non chiedere altro: agisci.
❖ Pratica: Diario Onirico dei Segni
Tenere un diario dei sogni è uno degli atti più potenti nel cammino iniziatico.
Ogni mattina, appena sveglio:
1. Scrivi tutto ciò che ricordi — anche frammenti.
2. Sottolinea ciò che ti colpisce.
3. Domandati:
– Quale simbolo è apparso?
– Quale emozione mi ha lasciato?
– Che eco lascia nel giorno che inizia?
Una volta a settimana, rileggi i sogni e osserva i ricorsi: simboli, figure, ambienti.
Quelli che tornano sono segni archetipici attivi, che ti stanno parlando.
❖ Ritualizzare il sogno
L’Ordo Signorum suggerisce piccoli atti per ritualizzare il sogno, e onorarlo come evento magico:
• Tieni un oggetto simbolico accanto al letto (una pietra, un sigillo, un simbolo personale).
• Prima di dormire, pronuncia:
“Mi apro al Segno notturno.
Che ciò che deve mostrarsi, si mostri.
Che ciò che vedrò, lo custodirò.”
• Al risveglio, ringrazia interiormente il sogno, anche se non lo comprendi subito.
• Se il sogno ti tocca nel profondo, non parlarne subito: il silenzio lo fa maturare.
❖ Conclusione
“Di giorno ascolti il mondo.
Di notte, il mondo ascolta te.”
Leggere i sogni come segni non è solo un modo per conoscersi, ma per abitare il confine tra visibile e invisibile.
Ogni sogno è una lettera simbolica.
Tu sei il destinatario.
Sta a te aprirla… o lasciarla non letta.
L’Arte come Medium Simbolico
“L’artista non crea. Riceve.”
— Salvatore Hotaru Marinò
Nel cammino dell’Ordo Signorum, l’Arte non è un’estetica, né un’abilità: è un atto magico.
È il gesto con cui l’invisibile prende forma.
È il punto d’incontro tra l’archetipo e la materia.
Ogni opera d’arte autentica è un Segno incarnato: una soglia, un messaggio, un frammento di verità che ha trovato forma attraverso mani umane.
L’artista è un canale.
L’opera è un oracolo.
L’atto creativo è un rito.
❖ L’Arte come Scrittura del Simbolo
In questo sistema, l’Arte non viene “fatta”: viene ricevuta.
È un processo alchemico in cui un contenuto interiore (intuitivo, emotivo, archetipico) si traduce in segno visibile: immagine, suono, gesto, parola.
L’opera d’arte così concepita non serve a esprimere l’io, ma a trasmettere un messaggio simbolico.
L’artista non è il protagonista, ma l’interprete di una voce più antica.
Per questo, chi pratica l’Arte in questo cammino non si chiede:
“Cosa voglio dire?”
ma:
“Cosa vuole dire attraverso me?”
❖ Tre Forme di Arte-Segno
1. Arte Oracolare
L’opera come risposta
Si crea dopo una domanda rituale, come nel rito di evocazione.
Il gesto artistico serve a ricevere un Segno, non a creare bellezza.
Esempi: collage intuitivo, disegno cieco, scrittura automatica, danza improvvisata.
2. Arte Talismanica
L’opera come contenitore di forza
Qui l’opera è un sigillo vivente, caricata di un’intenzione precisa.
Un dipinto può diventare protezione.
Un verso può diventare chiave.
Un oggetto può diventare veicolo per un Archetipo.
3. Arte Rituale
L’opera come atto magico
Creare come rito di trasformazione personale.
Si dipinge, si canta, si danza non per un fine estetico, ma per trasmutare un’emozione, attraversare un ciclo, celebrare un passaggio.
❖ La Pratica: creare in stato simbolico
Per trasformare l’atto artistico in pratica iniziatica, l’Ordo Signorum suggerisce un rituale semplice:
1. Prepara lo Spazio
– Una candela accesa
– Silenzio o musica evocativa
– Un oggetto simbolico davanti a te (pietra, carta, foglia, simbolo)
2. Poni una domanda al Segno
– “Cosa vuole mostrarsi oggi?”
– “Che volto ha ciò che vivo?”
– “Quale simbolo mi cerca?”
3. Crea senza giudizio
– Lascia che la mano tracci
– Lascia che la voce canti
– Lascia che l’immagine emerga
Non fermarti a capire: lascia fluire.
4. Rifletti e raccogli
– Cosa è emerso?
– Cosa ti ha sorpreso?
– Quale parte di te è stata toccata?
Annota tutto.
L’opera è il Segno.
Ma il suo eco continua nel tempo.
❖ L’Arte come Divinazione
Ogni opera creata può essere riletta come oracolo.
Dopo qualche giorno, osserva ciò che hai creato come se non fosse tuo.
Leggilo come leggeresti un sogno.
Cosa ti dice oggi, che prima non vedevi?
In questo modo, l’Arte diventa un ponte tra il tuo sé di ieri, di oggi e di domani.
❖ Conclusione
“Quando la mente tace, il gesto diventa Sacro.
E l’Arte torna a essere ciò che era:
una forma di ascolto.”
Nell’Ordo Signorum, ogni gesto artistico può essere un segno donato, ricevuto, incarnato.
Non si dipinge, si evoca.
Non si scrive, si canalizza.
Non si canta, si prega.
Ogni creazione è un portale.
Sta a te attraversarlo.
I Tarocchi come Oracolo e Meditazione del Simbolo
Con particolare riferimento ai Tarocchi di Thoth
“Il Tarocco è un libro.
Ma non un libro da leggere:
un libro da aprire con il cuore.”
— Salvatore Hotaru Marinò
❖ I Tarocchi nell’Ordine dei Segni
Nell’Ordo Signorum, i Tarocchi non sono strumenti per prevedere il futuro.
Essi sono specchi simbolici, oracoli viventi, mappe dell’Invisibile.
Ogni carta non è un oggetto, ma una presenza: un Segno attivo, carico di forze archetipiche, che si manifesta per essere contemplato, interrogato, incarnato.
Il Tarocco, nel nostro sistema, non serve a dire “cosa succederà”,
ma piuttosto:
“Quale Forza sta operando in me?”
“Quale Archetipo mi parla ora?”
❖ Perché il Thoth Tarot
Il Tarocco di Thoth, concepito da Aleister Crowley e dipinto da Lady Frieda Harris, è il mazzo che meglio si adatta alla visione dell’Ordo Signorum.
Non solo per la sua profondità esoterica, ma per il suo intento originario:
non un mazzo da “leggere”, ma da “venerare” come un tempio visivo.
Il Thoth è costruito secondo i principi dell’Alchimia, della Kabbalah, dell’Astrologia, e della Magia Cerimoniale Thelemica.
Ogni carta è un condensato di simboli, colori, geometrie sacre e archetipi che parlano direttamente all’inconscio.
Chi lavora con il Thoth non fa “divinazione”, ma pratica una forma di arte magica meditativa.
“Non sei tu che scegli la carta.
È la carta che ti rivela.”
❖ Due vie per usare i Tarocchi nell’Ordo Signorum
1. Via Oracolare – Il Tarocco come Segno Esterno
• Ogni estrazione divinatoria è un atto rituale.
• Non si tratta di “prevedere” ma di riconoscere la corrente archetipica attiva.
• Le domande ideali sono:
o Quale Archetipo si sta manifestando ora?
o Che energia interiore mi guida (o mi ostacola) in questo passaggio?
o Qual è la lezione simbolica di questa fase?
L’estrazione non è una risposta. È un invito a guardare dove non stavi guardando.
Pratica base:
1. Prepara il mazzo in silenzio rituale.
2. Poni una sola domanda viva.
3. Estrai una carta sola (o un triangolo: presente – ostacolo – via).
4. Guarda l’immagine: lascia che ti parli, prima ancora di leggerne il nome.
2. Via Contemplativa – Il Tarocco come Sigillo Meditativo
Ogni carta del Thoth può essere utilizzata come mandala vivente o sigillo magico.
Contemplandola a lungo, si entra in contatto diretto con l’archetipo che rappresenta.
È come evocare una presenza,
non con parole, ma con lo sguardo interiore.
Pratica meditativa del Segno Visivo:
1. Siediti con la carta davanti a te.
2. Respira profondamente per 3 minuti.
3. Guarda la carta come se fosse un volto vivo.
4. Domandati interiormente:
o Cosa mi chiede questa forza?
o Dove la sento nel corpo?
o A quale situazione nella mia vita corrisponde?
5. Chiudi gli occhi e lascia che la carta si trasformi in immagine interiore.
Annota tutto ciò che emerge: parole, emozioni, visioni.
Ripeti la meditazione per 3 giorni consecutivi se senti che la carta “ti chiama”.
❖ L’Arcanum come Portale
Nell’Ordo Signorum, ogni carta maggiore (Arcano) è considerata un Portale Iniziatico.
Non è solo un simbolo da leggere, ma un Essere-Segno da incontrare.
Meditare a lungo su L’Impiccato, ad esempio, non vuol dire pensare al sacrificio,
ma entrare nella condizione del sacrificio:
abitare il paradosso, la sospensione, la visione rovesciata.
Ogni Arcano ha:
• Un ritmo (come si manifesta nel tempo)
• Una chiave emotiva (cosa smuove nell’anima)
• Una lezione simbolica (cosa insegna nell’ombra e nella luce)
❖ Lavorare con un Arcano per 7 giorni
“Un Archetipo non si conosce: si abita.”
Scegli una carta del Thoth che ti attira o ti inquieta.
Dedicale 7 giorni.
Ogni giorno:
• guardala 5 minuti al mattino
• chiedile una frase (scrivila)
• osservala durante la giornata nei segni che vivi
• la sera, scrivi come si è manifestata
Questa è una pratica trasformativa.
Dopo 7 giorni, l’Arcano si sarà inciso in te.
❖ Conclusione
“I Tarocchi non parlano del futuro.
Parlano del Presente più profondo,
quello che ancora non hai visto.”
Nel sistema dell’Ordo Signorum, il Tarocco (soprattutto il Thoth) è uno strumento nobile, potente, e misterico.
Chi lo utilizza con rispetto, umiltà e attenzione,
non prevede il destino: lo incontra.
Non interpreta l’immagine: si lascia trasformare da essa.
Aforisma finale
“L’Arcano non si svela tutto in una volta.
Ma ogni volta che lo contempli, ti mostra un volto diverso.
E ogni volto è un passo nel tuo ritorno all’Origine.”
CAPITOLO CONCLUSIVO
Il Segno nel Tempo Presente: Trovare la Luce nel Caos
“Non siamo qui per fuggire il mondo.
Siamo qui per leggerlo.”
— Salvatore Hotaru Marinò
Viviamo in un tempo rumoroso, saturo di immagini, informazione e stimoli.
Un’epoca dove tutto è immediato, ma pochissimo è profondo.
Ci muoviamo come corpi connessi ma cuori disorientati.
Ci parlano di libertà, ma ci muoviamo in labirinti invisibili.
In questo paesaggio dell’anima moderna, l’Ordo Signorum non è una via di fuga, ma una via di ritorno.
Un ritorno al Simbolo,
un ritorno al Ritmo,
un ritorno al Significato.
❖ Una via antica per un’anima contemporanea
Il sistema che hai letto, vissuto o solo intuito, non chiede di essere creduto, ma agito.
Non ti chiede di cambiare religione, né di adottare nuove credenze.
Ti chiede solo questo:
di tornare a guardare. Di tornare a sentire. Di tornare a leggere il mondo come un libro sacro.
Perché anche nel XXI secolo —
tra il traffico, le notifiche, le crisi globali e la frenesia —
i Segni continuano a parlare.
E chi sa leggere i Segni,
non viene salvato dal dolore,
ma viene guidato attraverso di esso,
con occhi più aperti e cuore più saldo.
❖ Un’arte spirituale quotidiana
L’Ordo Signorum non è un sistema da studiare in astratto.
È una arte spirituale quotidiana, un modo di stare al mondo in stato di ascolto attivo.
Ogni giorno diventa un oracolo silenzioso.
Ogni incontro, un possibile rito.
Ogni sogno, una lettera dell’anima.
Ogni simbolo, una fiammella nel buio della distrazione.
Vivere secondo il Segno non è ritirarsi dal mondo.
È entrarci con consapevolezza magica.
❖ La luce non è da trovare. È da risvegliare.
Molti cercano “la luce” come se fosse qualcosa là fuori: una verità, una via, una salvezza.
Ma il segreto dell’Ordo Signorum è semplice, ma profondo:
La luce è già in te.
Ma dorme sotto tonnellate di rumore.
Ogni Segno, ogni Archetipo, ogni Rito serve a risvegliare quella luce interiore.
Non ti dà risposte definitive, ma domande potenti.
Non ti offre dogmi, ma chiavi.
Non ti promette verità, ma connessione.
❖ Il mondo non ha perso il sacro. Ha perso lo sguardo.
Questo è il vero compito del praticante dell’Ordo Signorum:
riaccendere lo sguardo sacro sul mondo.
Non importa dove vivi, che lavoro fai, in che corpo sei nato, o che storia ti porti addosso.
Se impari a vedere i Segni,
se impari ad ascoltare i Ritmi,
se impari a rispettare il Simbolo —
sei già sulla Via.
❖ Un invito, non una dottrina
Questo trattato è stato scritto non per essere seguito,
ma per essere risvegliato in chi già sente,
in chi già ha visto i Segni, ma non aveva ancora parole per nominarli.
Questo libro non finisce qui.
Inizia ogni volta che guardi il mondo come se fosse vivo.
Inizia ogni volta che leggi un sogno, estrai una carta, accogli un’archetipo,
o semplicemente, ascolti.
❖ Sigillo finale
“Nel principio era il Segno.
Nel mezzo, il Cammino.
Alla fine, il Ricordo:
di ciò che eri,
prima di dimenticare.”
Ordo Signorum.
Ordine dei Segni.
Via del Ritorno.
APPENDICE – LA MAGIA SESSUALE
Eros come Forza, Rito, Risveglio
“La vita entra nel corpo come desiderio.
E si risveglia nella carne come fuoco sacro.”
— Salvatore Hotaru Marinò
Nel cammino dell’Ordo Signorum, il corpo non è mai un ostacolo allo spirito.
È la sua prima soglia, il suo strumento primordiale, il suo alfabeto terrestre.
Tra tutte le forze simboliche, nessuna è più potente, più fraintesa, più demonizzata e più sacra del desiderio sessuale.
Il sesso, nella visione di questo trattato, non è peccato, non è funzione biologica, non è commercio né contratto.
Il sesso è rito.
È magia.
È portale energetico.
È fuoco trasformativo.
❖ Eros come Forza Vitale Primaria
L’energia sessuale è la stessa energia che crea universi.
È la forza che muove la linfa, il sangue, il ciclo lunare, la danza degli animali e la tensione degli dèi.
Reprimere questa forza è come cercare di spegnere il sole.
Usarla senza coscienza è come bruciare nella propria stessa fiamma.
Canalizzarla con intento è atto magico supremo.
In questa via, il desiderio non si nega né si idolatra:
si vive come potenza sacra.
Ogni amplesso, se vissuto con presenza e apertura, diventa un atto di evocazione.
Un modo per fondersi non solo con l’altro, ma con le forze sottili dell’Invisibile.
❖ Il Sesso come Rito Magico
Nel sistema dell’Ordo Signorum, l’atto sessuale può diventare un rituale energetico di risveglio, trasformazione e canalizzazione simbolica.
I tre livelli dell’atto magico-erotico:
1. Corpo – Il Fuoco
L’incontro fisico non è solo piacere, è invocazione del fuoco vitale.
Il respiro, il tocco, il ritmo diventano linguaggio alchemico.
2. Anima – Lo Specchio
L’altro non è possesso, ma riflesso dell’archetipo.
Ogni partner è un Segno, un Iniziatore o un Insegnamento.
3. Spirito – Il Ritorno
L’unione non è fine a sé stessa: è canale verso il Centro.
Al picco dell’estasi, l’Io si dissolve.
È lì che la Magia accade.
❖ Libertà, Non Possesso
Il desiderio non può essere messo in gabbia.
L’amore non nasce dal contratto.
Il vincolo eterno soffoca la fiamma.
Il matrimonio — inteso come obbligo sociale, giuridico, eterno — è la tomba dell’amore vivo.
Nella visione dell’Ordo Signorum, vivere con chi si ama è sacro finché c’è Presenza, Fuoco e Verità.
Quando questi svaniscono, trattenere diventa contro-magia, contro-verità, tradimento del fuoco stesso.
La vera unione è quella rituale, erotica, energetica, che si rinnova di giorno in giorno.
Non si firma con l’inchiostro, ma con lo sguardo, il corpo e il respiro condiviso.
❖ Etica del Desiderio
La libertà è sacra. Ma mai a scapito dell’altro.
L’unica legge nel sesso magico è questa:
Nessuna costrizione. Nessuna violenza. Nessuna manipolazione.
Ogni incontro deve essere:
• Consapevole
• Desiderato da entrambi
• Liberamente accettato e revocabile
Il sesso, per essere magico, deve essere vero.
❖ Pratica: Il Rito del Fuoco
Una pratica semplice per canalizzare l’energia erotica:
1. Crea uno spazio sacro con la persona amata: luci soffuse, profumo, silenzio.
2. Guardatevi negli occhi per 3 minuti, in assoluto silenzio.
3. Chiedetevi a vicenda, senza parlare:
“Chi sei tu, in questo momento, per me?”
4. Lasciate che il corpo si muova secondo la verità del momento.
5. Al termine, non parlate subito.
Sedetevi. Respirate. Scrivete.
Ogni incontro è un atto sacro e va integrato, non consumato.
❖ Conclusione
“Chi possiede l’altro, non lo ama.
Chi ama davvero, lo lascia essere fuoco.”
La Magia Sessuale non è libertinaggio.
È libertà sacra, nuda, consapevole.
Nell’epoca della pornografia senza sacralità, del matrimonio senz’anima, e dell’intimità piena di distanza,
l’Ordo Signorum propone un’altra via:
quella dell’Eros come atto magico,
del corpo come tempio,
del piacere come rito di verità.
❖ Aforisma di chiusura
“Quando due corpi si incontrano nella verità,
il Segno si manifesta.
Quando due anime si spogliano insieme,
la Magia comincia.”
ALLEGATO
🌍 L’Onda Tellurica: la forza vitale secondo l’Ordo Signorum di Salvatore Hotaru Marinò
Tra i molteplici insegnamenti dell’Ordo Signorum di Salvatore Hotaru Marinò, uno dei più affascinanti è quello legato alla cosiddetta Onda Tellurica.
Ma cos’è, in realtà, questa energia?
La definizione di Onda Tellurica
L’Onda Tellurica è descritta come una forza vitale accumulata, un’energia profonda che nasce dall’equilibrio tra corpo, mente e spirito. È l’impulso che ci sostiene, ci rende lucidi, creativi e capaci di affrontare il mondo con una centratura interiore. Non si tratta di qualcosa di “esterno” da richiamare, ma di una riserva interna, che tutti noi possediamo e che possiamo scegliere se custodire o dissipare.
Dove si disperde la nostra energia
Secondo Marinò, gran parte delle persone sprecano inconsapevolmente questa preziosa forza vitale.
I principali canali di dispersione sono:
- 😩 Lamentele continue, che trasformano l’energia vitale in un circolo vizioso di negatività;
- 💥 Sfoghi incontrollati, che scaricano tensioni ma svuotano la riserva interiore;
- 🌀 Atti masturbatori compulsivi, che, se abusati, dissipano l’energia creativa e vitale anziché incanalarla;
- 🗡 Violenza verbale e fisica, che rappresenta la forma più distruttiva di spreco: si brucia energia vitale in azioni che distruggono anziché costruire.
In altre parole, ogni volta che cediamo a queste abitudini, la nostra Onda Tellurica si frammenta e si indebolisce.
Coltivare e custodire l’Onda
Per contro, la vera pratica consiste nel trattenere e trasformare questa energia.
- Il silenzio interiore diventa forza.
- La calma nei momenti di conflitto rafforza la centratura.
- L’astensione da parole o azioni inutilmente violente lascia intatta la riserva vitale.
- La creatività, la meditazione e la disciplina trasformano l’Onda Tellurica in un’energia rigenerante.
Custodire l’Onda Tellurica non significa reprimere se stessi, ma piuttosto imparare a canalizzare l’energia verso ciò che costruisce: opere, idee, relazioni sane.
Conclusione
L’insegnamento dell’Ordo Signorum ci ricorda che siamo tutti attraversati da una corrente di forza vitale. Essa è fragile ma potente: si indebolisce con la dispersione, si rafforza con la disciplina.
L’Onda Tellurica, dunque, è un invito a vivere con consapevolezza, autocontrollo e orientamento creativo, evitando di dilapidare la nostra ricchezza interiore negli abissi della lamentela e della distruttività.
Solo così possiamo mantenere integra questa energia e usarla come vero strumento di crescita personale e spirituale. 🌌
© 2025 – Queste parole hanno un’anima. Rispettala.
SALVATORE HOTARU MARINÒ

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