
Ombra come grembo del mistero
Nell’immaginario comune, l’ombra viene associata al male, alla paura e all’ignoto. Ma l’esoterismo insegna che il buio non è un nemico: esso rappresenta il grembo primordiale, la matrice in cui la luce si prepara a nascere. Senza oscurità non vi sarebbe rivelazione, poiché ciò che è manifesto trae senso solo dal suo contrario.
Le radici archetipiche
Nelle tradizioni antiche, la discesa nell’ombra è sempre stata una tappa necessaria:
- Orfeo negli Inferi,
- Ishtar che varca le porte del mondo sotterraneo,
- Cristo che discende agli inferi prima della resurrezione.
Questi miti parlano di un unico archetipo: l’eroe deve affrontare l’oscurità per trasformarsi, accettando la parte nascosta di sé.
La psicologia dell’occulto
Jung definì “ombra” quell’insieme di aspetti rimossi, repressi o non riconosciuti della psiche. L’esoterista comprende che integrarla non significa farsi dominare dalle pulsioni oscure, ma trasmutarle in forza creativa. Nell’alchimia interiore, l’ombra è il nigredo, lo stadio nero, da cui ha inizio l’opera di trasformazione.
Tenebra come alleata
Il cammino iniziatico invita a non fuggire dall’oscurità, ma a frequentarla con rispetto. Essa custodisce i semi della rinascita. L’ombra non è negazione della luce, ma la sua compagna inseparabile: il giorno non esisterebbe senza la notte, il visibile senza l’invisibile.
Conclusione: la sacralità del buio
Chi percorre il sentiero esoterico impara che il vero male non è l’ombra, ma l’illusione di poterne fare a meno. Accogliere le proprie oscurità significa riconoscere la totalità dell’essere. Solo chi ha abbracciato l’ombra può custodire la luce senza esserne accecato.
🔮 “Nel grembo dell’ombra germoglia la fiamma segreta.”
Aggiungi commento
Commenti