L'Eone di Horus

Pubblicato il 28 agosto 2025 alle ore 22:14

Secondo Aleister Crowley, la storia spirituale dell’umanità non procede in modo lineare, ma si articola in grandi Eoni, cicli cosmici che riflettono diversi rapporti tra l’uomo e il divino. Ogni Eone è segnato dall’emergere di un principio dominante, incarnato da un dio archetipico. In questa visione, l’annuncio centrale della rivelazione di Aiwass nel Libro della Legge è l’inizio del Nuovo Eone, quello di Horus.

Prima di Horus, Crowley individuava due grandi ere: l’Eone di Iside, corrispondente alle religioni antiche legate al culto della Madre, alla natura e alla fertilità; e l’Eone di Osiride, dominato dall’idea del dio morente e risorgente, dal sacrificio, dal peccato e dalla redenzione, che trovava la sua espressione suprema nelle religioni monoteiste, soprattutto nel cristianesimo. Questi due eoni, secondo lui, hanno governato l’immaginario e le strutture spirituali dell’umanità per millenni.

Con il XX secolo, Crowley proclamò che stava sorgendo l’Eone di Horus, il dio-fanciullo della mitologia egizia, figlio di Iside e Osiride. Horus, chiamato anche Ra-Hoor-Khuit nella forma rivelata a Crowley, rappresenta l’età della forza, della volontà e dell’autodeterminazione. È un eone segnato dalla rottura con l’idea di peccato, di sottomissione e di sacrificio: l’uomo non deve più vivere nel senso di colpa e nella dipendenza da un dio padre, ma riconoscere in sé la scintilla divina, scoprire e compiere la propria Vera Volontà.

Il motto fondamentale di questo eone diventa: “Fai ciò che vuoi sarà tutta la Legge”. Non come invito al capriccio o all’anarchia, ma come affermazione della libertà interiore che scaturisce dalla scoperta del proprio destino unico. Ogni individuo è una stella che percorre una traiettoria irripetibile nell’universo; la legge dell’eone di Horus è dunque la legge della libertà cosmica, della responsabilità individuale e della coscienza che si risveglia.

Crowley interpretava molti segni del suo tempo – guerre mondiali, rivoluzioni sociali, la crisi delle religioni tradizionali – come manifestazioni della transizione tra l’Eone di Osiride e quello di Horus. Non erano semplici catastrofi storiche, ma i dolori del parto di una nuova epoca, in cui l’umanità avrebbe imparato a vivere senza guide esterne, senza dogmi, senza l’autorità di chiese e istituzioni. Il bambino divino, Horus, simboleggiava proprio questo: l’umanità nella sua fase adolescenziale, chiamata a scoprire se stessa e a prendere nelle proprie mani il proprio destino.

Nell’Eone di Horus, la magia e la religione non sono più strumenti di adorazione o di sottomissione, ma vie per conoscere se stessi e sviluppare il potere della coscienza. È un tempo di libertà, ma anche di pericolo: come il fanciullo che deve imparare a governare la propria forza, l’uomo dell’eone attuale rischia di perdersi se non impara a riconoscere la sua vera natura.

Per Crowley, dunque, l’annuncio del Nuovo Eone non era una semplice profezia, ma una certezza già in atto. L’umanità era entrata irreversibilmente in una nuova fase della sua evoluzione spirituale. La missione di Thelema era offrire le chiavi per comprendere e vivere questo passaggio, guidando coloro che erano pronti a riconoscere la voce di Horus dentro di sé.

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