Aiwass - il santo angelo custode

Pubblicato il 28 agosto 2025 alle ore 22:11

Nel cuore dell’esperienza di Aleister Crowley c’è una voce misteriosa, che egli stesso identificò con il nome di Aiwass. Tutto ciò che sarebbe diventato Thelema, con i suoi principi e le sue formule, nacque da quell’incontro straordinario avvenuto al Cairo nel 1904. Crowley si trovava lì in viaggio di nozze con la moglie Rose, e fu proprio lei, in stato di trance, ad annunciare che una presenza invisibile lo stava attendendo. Nei giorni successivi, Crowley raccontò di aver udito la voce di un essere non umano, una sorta di messaggero spirituale, che gli dettò il testo che sarebbe poi stato conosciuto come Il Libro della Legge (Liber AL vel Legis).

Aiwass, così si presentò questa entità, non fu mai per Crowley una semplice proiezione psicologica. Egli lo definì il suo Santo Angelo Custode, ossia quella guida interiore che nella tradizione esoterica occidentale rappresenta il nucleo più autentico e trascendente dell’individuo. Allo stesso tempo, però, Aiwass non era riducibile a una voce interiore in senso psicologico: appariva come un’intelligenza autonoma, dotata di un sapere sovrumano, proveniente da una dimensione superiore. Questa ambiguità è rimasta fino a oggi al centro delle interpretazioni: fu una proiezione della mente di Crowley, un contatto medianico o una vera epifania?

Ciò che conta, al di là della natura di Aiwass, è il contenuto della rivelazione. In tre giorni, dal 8 al 10 aprile del 1904, nacque il Libro della Legge, in cui veniva annunciata una nuova era, l’Eone di Horus, in sostituzione delle precedenti ere religiose. L’umanità entrava in un tempo di rinnovata libertà spirituale, in cui la legge fondamentale sarebbe stata: “Fai ciò che vuoi sarà tutta la Legge”. È la voce di Aiwass a proclamare che ogni uomo e ogni donna è una stella, con un percorso unico e irripetibile, e che la missione dell’individuo è scoprire e compiere la propria Vera Volontà.

Per Crowley, Aiwass divenne così la fonte di legittimazione della sua missione spirituale. Non era più soltanto un mago, un occultista o un iniziato, ma il Profeta di Thelema, colui che aveva ricevuto direttamente dalle forze sovrumane il compito di trasmettere una nuova legge all’umanità. Tutta la sua opera successiva, dalle pratiche magiche ai commentari, dalle poesie alle riflessioni filosofiche, fu interpretata alla luce di quell’esperienza originaria.

Eppure, Aiwass rimane un enigma. Crowley lo descriveva come una figura maschile alta e sottile, con voce chiara e autoritaria, collocata dietro la sua spalla sinistra, ma mai visibile direttamente. Alcuni suoi allievi lo intesero come la personificazione del suo inconscio più profondo; altri, invece, come il contatto con una vera entità angelica o extraterrestre. Lo stesso Crowley oscillò tra queste interpretazioni, ma non mise mai in dubbio la potenza e la verità del messaggio ricevuto.

Aiwass è dunque il nome di una soglia: il punto in cui la vita di Crowley cambia direzione, il momento in cui l’occultista diventa profeta, e l’esperienza personale diventa rivelazione universale. Senza Aiwass, Thelema non esisterebbe. E ancora oggi, per chi studia l’opera di Crowley, resta la domanda irrisolta: chi parlava davvero in quei giorni del 1904? Una voce del profondo, una coscienza angelica, o il riflesso stesso del divino?

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