
Demonio o Illuminato? Il mito oscuro della “Grande Bestia 666”
Nella penombra dei templi segreti e tra le pieghe proibite dei salotti vittoriani aleggia ancora il nome di Aleister Crowley. Per alcuni, fu il “più malvagio degli uomini”; per altri, un iniziato che osò camminare là dove gli altri tremavano. Demonio o illuminato? Forse entrambe le cose, perché l’enigma della “Grande Bestia 666” non si lascia sciogliere con una sola parola.
Il volto scandaloso della Bestia
Crowley si proclamò To Mega Therion, la Bestia dell’Apocalisse. Non lo fece per semplice vanità, ma come atto rituale: indossare la maschera dell’Ombra, divenire lo specchio delle paure collettive, incarnare ciò che la società rifiutava. Scrisse:
“Io sono il serpente che dà Conoscenza e Delizia, e splendore glorioso, e che eccita gli uomini e le donne a venire a me.”
(Liber AL vel Legis, I:61)
Nella sua visione, solo chi osa confrontarsi con l’orrore può intravedere il vero volto della luce.
Profeta dell’Eone di Horus
Nel 1904, nelle stanze di un appartamento al Cairo, disse di ricevere la rivelazione di Aiwass, messaggero ultraterreno. Da quell’esperienza nacque il Liber AL vel Legis, il “Libro della Legge”. In esso si proclamava un nuovo eone: l’Eone di Horus, dominato dall’affermazione della Vera Volontà.
“Fai ciò che vuoi sarà tutta la Legge.”
(Liber AL vel Legis, I:40)
Non un caos privo di regole, ma l’armonia segreta di chi scopre il proprio destino.
Ombra e Luce, inseparabili
La sua vita fu un’alchimia di estasi e abissi: riti orgiastici, viaggi iniziatici, esperimenti con sostanze proibite, meditazioni nelle cime himalayane. Tra eccessi e cadute, Crowley si muoveva come un alchimista che mescola piombo e oro, conscio che la vera trasmutazione non nasce dal rifiuto dell’Ombra, ma dal suo abbraccio.
“Ogni uomo e ogni donna è una stella.”
(Liber AL vel Legis, I:3)
Questa era la sua promessa: dietro l’oscurità, la scintilla divina di ciascun essere umano.
Demonio agli occhi del mondo
I giornali del suo tempo lo dipinsero come un mostro, e forse lui stesso alimentò questa immagine con piacere. Ma sotto la veste del “demonio” ardeva il fuoco di un mistico che parlava il linguaggio dei simboli, dei tarocchi, delle stelle. In Magick in Theory and Practice scrisse:
“La Magia è la Scienza e l’Arte di causare cambiamenti in conformità con la Volontà.”
Non era follia, né anarchia: era un progetto spirituale che pochi potevano comprendere.
L’eredità della Grande Bestia
Oggi, il suo nome riecheggia come un mantra inquieto nelle canzoni rock, nei romanzi esoterici, nei rituali di chi ne continua a seguire il cammino. Non è possibile separare il Crowley demonio dal Crowley illuminato: entrambi sono aspetti della stessa figura, ponte vivente tra gli abissi e le vette dello spirito umano.
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