
Approfondimento: Ritualità e Magia nel pensiero di Anton LaVey
1. La funzione dei rituali
- Nei testi di LaVey, i rituali non hanno potere soprannaturale.
- Sono invece psicodrammi: atti simbolici e teatrali che servono a:
- liberare emozioni represse (odio, desiderio, frustrazione, passione),
- rafforzare la volontà individuale,
- creare un’esperienza intensa che imprime nella mente un cambiamento.
- Il rituale è quindi un mezzo psicologico e catartico, non una “magia” nel senso esoterico classico.
2. I tre tipi di magia secondo LaVey
a) Greater Magic (Magia maggiore)
- È l’atto rituale vero e proprio, condotto in uno spazio sacralizzato.
- Serve a canalizzare emozioni forti (rabbia, dolore, desiderio sessuale) e a trasformarle in energia psicologica liberatoria.
- Si articola in tre categorie principali:
- Rituale di compassione → per attrarre amore, amicizia, benessere.
- Rituale di distruzione → per scaricare odio, desiderio di vendetta, rabbia repressa.
- Rituale sessuale → per dirigere e amplificare l’energia erotica verso un obiettivo.
- È paragonabile a una psicoterapia teatrale, dove simboli, musica, immagini e parole hanno il compito di scuotere l’inconscio.
b) Lesser Magic (Magia minore)
- Non si svolge in un tempio o in un rito, ma nella vita quotidiana.
- È l’arte della manipolazione psicologica e della seduzione.
- LaVey la definiva anche “magia della suggestione”:
- uso del linguaggio, del comportamento e dell’immagine per influenzare gli altri,
- sfruttamento delle debolezze e dei desideri altrui per ottenere vantaggi,
- capacità di esercitare fascino e potere sociale.
- È strettamente collegata al libro The Satanic Witch, dove LaVey insegna soprattutto alle donne a usare consapevolmente i propri strumenti di seduzione.
c) Magia cerimoniale (o simbolica)
- In parte coincide con la Greater Magic, ma in senso più ampio riguarda tutte le pratiche collettive della Chiesa di Satana.
- È fatta di rituali pubblici e teatrali che hanno funzione comunitaria, di coesione e di comunicazione.
- Non mira a un risultato pratico diretto, ma a rinforzare l’identità del gruppo e a celebrare simbolicamente i valori satanisti.
- Esempi: Messe Nere, rituali di Walpurgisnacht, celebrazioni stagionali.
3. Struttura dei rituali laveyani
Ne The Satanic Rituals LaVey descrive le componenti tipiche di un rito satanico:
- Ambiente carico di simboli (croci rovesciate, pentacoli, candele nere e rosse).
- Musica cupa e suggestiva (spesso organo o registrazioni preparate da lui stesso).
- Linguaggio cerimoniale: invocazioni e formule, spesso mescolate con lingue antiche o inventate, per creare atmosfera.
- Ruolo catartico: la persona vive una scarica emotiva (odio, desiderio, passione) e ne esce “liberata”.
4. Psicologia della magia
- La magia di LaVey funziona sulla mente dell’individuo, non sul mondo esterno.
- Il rito produce un effetto di auto-suggestione e di rinforzo della volontà.
- In questo senso, la magia laveyana è una psicotecnica:
- simile alla meditazione, ma orientata all’azione e alla liberazione degli istinti,
- simile alla terapia, ma con una veste simbolica e scenica.
5. Sintesi
- La magia, per LaVey, non è soprannaturale: è psicodramma, psicologia applicata e manipolazione sociale.
- I tre livelli (Greater Magic, Lesser Magic, Magia cerimoniale) servono a:
- trasformare l’interiorità (catarsi personale),
- influenzare gli altri (seduzione e potere sociale),
- rafforzare il gruppo (cohesione identitaria).
- In definitiva, i rituali laveyani sono un modo per usare simboli e archetipi a vantaggio dell’individuo, senza credenze metafisiche.
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