Approfondimento: Etica, morale ed edonismo in Anton LaVey
1. La critica alla morale tradizionale
- LaVey vede la morale giudaico-cristiana come strumento di controllo sociale:
- insegna la rinuncia, l’umiltà e il sacrificio,
- colpevolizza i desideri naturali,
- premia l’obbedienza e il conformismo.
- Secondo lui, questa morale nega la natura umana, producendo frustrazione e ipocrisia: chi reprime i propri istinti finisce per viverli di nascosto.
- Per questo il satanismo laveyano è anti-morale in senso tradizionale, ma non è privo di principi etici: propone un sistema alternativo.
2. L’etica satanista
L’etica laveyana si fonda su tre pilastri:
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Individualismo radicale
- Ogni persona è il proprio dio, responsabile della propria vita.
- La misura del bene e del male è l’interesse individuale e non un codice universale imposto.
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Selettività
- Rispetto, gentilezza e amore solo a chi li merita.
- Nessuna virtù nello sprecarsi per ingrati, parassiti o ipocriti.
- “Occhio per occhio”: chi fa del male deve aspettarsi conseguenze.
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Responsabilità personale
- Libertà non significa anarchia sfrenata: l’individuo deve essere responsabile delle proprie scelte.
- Non esistono colpe da attribuire a entità esterne (Dio, Diavolo, destino): solo l’uomo è causa delle proprie azioni.
3. L’edonismo laveyano
- L’edonismo è la celebrazione del piacere, dei sensi e della vitalità.
- Non è ricerca cieca del vizio, ma edonismo responsabile:
- godere dei piaceri senza autodistruggersi,
- vivere pienamente senza diventare schiavi delle passioni.
- LaVey rovescia la logica cristiana:
- la lussuria diventa celebrazione della sessualità,
- la gola diventa gioia del cibo e della vita,
- la superbia diventa consapevolezza del proprio valore,
- l’invidia diventa stimolo a migliorarsi.
In questo senso i “peccati capitali” sono virtù naturali.
4. La giustizia secondo LaVey
- L’etica laveyana è retributiva: chi danneggia deve pagare.
- Perdono e compassione indiscriminata sono visti come debolezza che premia i malintenzionati.
- La giustizia è personale e immediata, non delegata a una divinità che punirà nell’aldilà.
5. Un’etica realista e pragmatica
- La morale satanista non si fonda su ideali assoluti, ma su ciò che è utile e funzionale alla vita concreta.
- Non cerca di cambiare la natura umana, ma di accettarla e valorizzarla.
- È un’etica che ricorda Nietzsche: niente bene o male oggettivi, ma affermazione della volontà di potenza.
6. Sintesi
- LaVey sostituisce alla morale cristiana della rinuncia un’etica della vita, del piacere e della responsabilità individuale.
- L’uomo è un animale razionale e sensuale, e deve vivere senza sensi di colpa.
- La vera immoralità, per LaVey, non è soddisfare i propri desideri, ma rinunciare a vivere per paura di un aldilà inesistente.
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