Ricordare sé stessi

Pubblicato il 15 settembre 2025 alle ore 05:31

Ricordare sé stessi: la chiave del risveglio secondo Gurdjieff

Tra i tanti insegnamenti di Georges Ivanovič Gurdjieff, uno emerge come fulcro di tutto il suo sistema: la pratica del ricordo di sé (self-remembering). Una tecnica tanto semplice da enunciare quanto difficile da vivere, che Gurdjieff descriveva come il vero inizio del risveglio interiore.


L’uomo addormentato

Per Gurdjieff, l’essere umano ordinario vive in uno stato di sonno vigile. Cammina, lavora, parla e pensa, ma tutto accade in modo meccanico, senza vera coscienza.
Crediamo di “essere presenti”, ma in realtà ci perdiamo nei pensieri, nei ricordi, nelle emozioni: viviamo trascinati da automatismi.


Che cos’è ricordare sé stessi

Il ricordo di sé non è introspezione psicologica, né meditazione passiva:

  • È atto di presenza totale, nel quale una parte della nostra attenzione resta rivolta verso l’interno mentre l’altra si apre al mondo esterno.
  • È come se ci dicessimo: “Io sono qui, in questo momento”.
  • Non è pensare a se stessi, ma sentire la propria esistenza, essere coscienti contemporaneamente di ciò che si fa e di colui che lo fa.

La difficoltà del ricordo

Gurdjieff sottolineava che il ricordo di sé non è spontaneo:

  • Ogni volta che cerchiamo di mantenerlo, dopo pochi secondi veniamo risucchiati di nuovo nel flusso dei pensieri.
  • Questa fuga dall’attenzione rivela quanto la nostra coscienza sia frammentata.
  • Ma è proprio nella lotta per restare presenti che si accumula la vera energia interiore.

Tecniche e pratiche

Il ricordo di sé può essere esercitato in ogni momento della vita quotidiana. Alcuni esempi:

  • Durante azioni semplici (camminare, bere, salire le scale), osservare contemporaneamente il gesto e la propria presenza.
  • Respirazione consapevole: portare l’attenzione al respiro e affermare interiormente: “Io sono”.
  • Osservazione simultanea: guardare un oggetto e nello stesso istante sentire se stessi come osservatore.

Ogni momento di ricordo, anche breve, è un seme di risveglio.


Il senso del ricordo di sé

Questa pratica non è fine a se stessa:

  • Porta a costruire un centro di coscienza stabile, non più schiavo degli impulsi momentanei.
  • Aiuta a sciogliere l’illusione di essere un “io unico”: scopriamo di essere composti da molti piccoli “io”, e che il vero Sé è più profondo.
  • Trasforma la vita quotidiana in palestra spirituale, senza bisogno di ritiri o isolamento dal mondo.

Conclusione

Il ricordo di sé, per Gurdjieff, non era una tecnica accessoria, ma la porta d’ingresso al cammino interiore.
Ricordarsi significa smettere di vivere in automatico e iniziare a partecipare attivamente alla propria esistenza. È il gesto semplice e immenso di dire: “Io sono qui, adesso”.

In un’epoca dominata da distrazioni, questa pratica conserva tutta la sua attualità: un invito a risvegliarsi dal sonno meccanico e a diventare veramente presenti a sé stessi e al mondo.

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