Secondo la cultura cristiana, Lucifero era un cherubino, un angelo beato che serviva il grande Dio, ed era amato da questi. Ad un certo punto, Lucifero avrebbe peccato di superbia ed è stato precipitato negli inferi, con tutti gli angeli che lo hanno appoggiato nella sua ribellione.
Cerchiamo adesso di capire da quali passi biblici i teologi hanno estrapolato tali concetti.
Il passo biblico che parla della caduta di Lucifero lo troviamo nello scritto di Isaia. Leggiamolo insieme:
Come mai sei caduto dal cielo, astro del mattino, figlio dell’aurora? Come mai sei stato gettato a terra, signore di popoli? Eppure tu pensavi nel tuo cuore: “Salirò in cielo, sopra le stelle di Dio innalzerò il mio trono, dimorerò sul monte dell’assemblea, nella vera dimora divina. Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo”. E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondità dell’abisso!
Isaia 14: 12 – 15
Questo passo è stato molto considerato dai teologi cristiani per elaborare tutte le dottrine che parlano di Lucifero come angelo caduto perché insuperbito: voleva essere uguale all’Altissimo. Ma siamo sicuri che queste parole si riferiscano all’angelo Lucifero e non ad un’altra figura? Ebbene, devi sapere che queste parole non sono rivolte direttamente a Lucifero, ma ad un uomo in carne e ossa: il re di Babilonia.
Basta leggere il versetto 4 del capitolo 14 che abbiamo già citato:
Allora intonerai questa canzone sul re di Babilonia e dirai…
Il Lucifero del testo non è altri che il re di Babilonia e non un vero e proprio angelo caduto. Questo ci fa comprendere come la teologia cristiana abbia fantasticato parecchio su testi dell’Antico Testamento (e anche del Nuovo), che sono molto concreti.
Secondo i cristiani Lucifero è un vero e proprio angelo che ha peccato di superbia perché voleva essere uguale all’Altissimo.
Devo sottolineare che l’Antico Testamento è un testo che ha ben poco di spirituale, ma che parla di un Dio che potrebbe essere definito omofobo, razzista e assassino. Basta leggere tutti i precetti che sono stati dati a Mosè e agli ebrei. Non riesco proprio a capire come questo Dio, il cui nome è Yahweh, possa essere diventato secondo i teologi un Dio d’amore. Non riesco a vedere amore in questo essere chiamato Yahweh, che viene definito nella Bibbia stessa uomo di guerra.
Nel libro dell’Esodo infatti, al capitolo 15, versetto 13, troviamo scritto in ebraico Yhwh ish milchamah Yhwh shemò, che possiamo tradurre letteralmente Yahweh uomo di guerra, Yahweh nome suo.
Questa è la vera identità del Dio di Mosè, di questo essere spietato chiamato Yahweh. Egli ha comandato sterminio di donne e bambini, di animali e di tutto quanto viveva. Ha fatto combattere familiari e li ha fatti odiare nel suo nome. Basta leggere l’Antico Testamento per trovare tutto questo. Ebbene mi chiedo come un essere come Yahweh possa essere ritenuto migliore di un essere come Lucifero.
Se andiamo nel Nuovo Testamento troviamo un altro riferimento a Lucifero nel libro dell’Apocalisse, là dove si parla di una guerra scoppiata nei cieli:
Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.
Apocalisse 12: 7 – 9
Qui troviamo una descrizione di una guerra celeste che non poteva che vedere come vincitore il Dio cristiano, perché lui è sinonimo di sommo bene e il diavolo, Satana o Lucifero, sono sinonimo di solo male – questo ovviamente solo per i cristiani profani.
Leggendo il testo dell’apocalisse possiamo notare che la parola Lucifero non compare, ma al suo posto troviamo l’espressione serpente antico e i nomi Diavolo e Satana. Adesso mi chiedo se queste tre parole indichino la stessa cosa. Ti dico che dal punto di vista esoterico, i nomi Lucifero, Diavolo e Satana indicano tre forze cosmiche diverse tra di loro:
1. Lucifero è la forza che porta la luce del risveglio e della conoscenza;
2. Diavolo è la forza che divide ciò che è unito;
3. Satana è la forza che si oppone a qualcuno o a qualcosa.
Secondo la cultura cristiana profana Lucifero ha più nomi, ma ciò che non si capisce è che questa concezione è del tutto sbagliata. Lucifero è Lucifero, il Diavolo è il Diavolo e Satana è Satana. Saranno dunque tre entità diverse? No, perché non esiste nessuna di queste entità – lo abbiamo già detto. In altre parole, non ci sono tre persone che portano questi nomi e non c’è neanche una sola persona che porta il nome di Lucifero o Satana o Diavolo.
La credenza di vedere queste figure bibliche come persone o angeli o demoni realmente esistenti come persone la ritengo del tutto sbagliata e fuorviante. Un buon esoterista non prenderebbe mai in considerazione queste teorie bislacche.
So dell’esistenza dei satanisti teisti, ossia che fanno di Satana un’entità veramente esistente, come se fosse una persona spirituale; ma personalmente non condivido questo pensiero. Io accolgo pienamente la concezione di Lavey, esoterista e satanista, che ha presentato al mondo Satana come un simbolo, un archetipo.
Ritornando al passo dell’Apocalisse, troviamo un’espressione interessante, che ci rimanda all’Antico Testamento e al mito edenico. Stiamo parlando della figura del Serpente Antico. Ebbene, Lucifero può e deve essere associato alla figura del Serpente che avrebbe tentato Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden.
Innanzitutto sono del parere che l’Eden non fosse il paradiso che i cristiani cercano di descrivere, ma l’espressione ebraica gan (tradotta giardino) indica un luogo recintato, in cui vivevano gli esseri umani che sono stati geneticamente formati dagli Elohim.
Per comprendere bene questo passaggio, rimando agli studi di Mauro Biglino, traduttore biblico che ha spiegato nei minimi dettagli tutti gli inganni e gli errori delle traduzioni bibliche che abbiamo in casa.
Ritengo sia inutile riportare tutto il capitolo 3 della Genesi, che parla della tentazione; ma cerco di sintetizzarlo brevemente.
Il testo ci presenta un serpente, un essere molto astuto, che intraprende un dialogo con la donna. Le fa notare che Yahweh non vuole che gli umani mangino dell’albero della conoscenza del bene e del male, perché altrimenti diventano come Dio. Alla fine del dialogo, la donna si convince di mangiare del frutto proibito e condivide questo frutto con Adamo. Alla fine i due uomini vengono puniti da Yahweh.
Io vorrei porre l’attenzione su alcuni dettagli che ritengo rilevanti. Innanzitutto il Serpente è stato accusato dai teologi di essere bugiardo, ma non è affatto così, perché ad un certo punto del testo Yahweh dice:
Ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male.
Non voglio entrare nel merito del cosiddetto frutto e di cosa questa parola potesse indicare. Non voglio fare speculazioni filosofiche e men che meno teologiche su cosa potesse essere l’albero della conoscenza del bene e del male. Quello che voglio far notare è che il Serpente/Lucifero ha detto la pura verità alla donna. Mangiando di quel frutto essi sono diventati come gli dèi/Elohim.
Questo significa che Lucifero, il Serpente Antico, ha aiutato Adamo e Eva a raggiungere un maggior grado di consapevolezza. Li ha emancipati. C’è inoltre una teoria che vorrei quantomeno considerare. Alcuni studiosi ritengono che il frutto proibito non fosse altro che il sesso. Ecco perché Yahweh dice poi alla donna che partorirà con dolore. Questa non è affatto una punizione, come stupidamente si ritiene, ma non è altro che la conseguenza dell’atto che la donna ha compiuto. È possibile inoltre che il Serpente fosse un essere in carne ed ossa che volesse fare sesso con la donna, la quale si è fatta sedurre da lui e in questo modo ha conosciuto l’atto sessuale e il senso della riproduzione. Quindi ha poi fatto sesso con Adamo ed ecco che il mistero della conoscenza è stato svelato. Ritengo che questa teoria sia più che valida. Sicuramente è molto più logica e convincente delle sciocchezze che sono state raccontate dai profani cristiani.
In conclusione ritengo che le interpretazioni dei testi biblici siano tutte da rivedere, perché i teologi cristiani hanno fatto danno a motivo delle loro speculazioni. Bisogna inoltre considerare che i cristiani hanno preteso di dare il significato dei testi ebraici, che non gli appartengono assolutamente. Non a caso gli ebrei non condividono le dottrine cristiane e le speculazioni filosofiche e teologiche che i cristiani hanno fatto sui testi ebraici. Io invito a rileggere con molta attenzione i capitoli dell’Antico Testamento che ho citato sopra, per capire che le cose non stanno come ci hanno detto al catechismo cristiano. Forse quei racconti andavano bene quando eravamo piccoli, ma si cresce e la nostra consapevolezza deve crescere con noi, quindi non possiamo credere ancora alle favole. Ricordo anche che questi racconti non sono storia, ma stiamo parlano di miti, di racconti antichi che non hanno alcun riscontro scientifico e storico. Quindi sarebbe meglio considerarli dal punto di vista simbolico.
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