I Maestri Ascesi

Pubblicato il 15 settembre 2025 alle ore 05:14

I Maestri Ascesi: realtà mistica o mito teosofico?

Tra i tanti enigmi che avvolgono la figura di Helena Petrovna Blavatsky, fondatrice della Società Teosofica nel 1875, nessuno è affascinante quanto quello dei Maestri Ascesi, o Mahatma. Secondo la tradizione teosofica, questi esseri misteriosi avrebbero guidato la missione di Blavatsky, comunicando con lei attraverso lettere e visioni. Ma chi erano davvero? Spiriti reali, archetipi interiori o creazioni simboliche?


L’origine dei Maestri

Blavatsky raccontava di aver incontrato in India e Tibet figure straordinarie: Morya e Koot Hoomi, due saggi custodi di una sapienza antichissima. Non erano dèi, ma uomini che, attraverso innumerevoli reincarnazioni, avevano raggiunto un livello superiore di coscienza. Vivevano ritirati in luoghi remoti dell’Himalaya, lontani dal mondo moderno, ma pronti a trasmettere messaggi a chi era pronto a riceverli.

Le cosiddette “Lettere dei Mahatma”, che Blavatsky e i suoi discepoli dichiaravano di aver ricevuto, contenevano insegnamenti su karma, reincarnazione, cicli cosmici e l’unità profonda di tutte le religioni.


Custodi di saggezza universale

I Maestri Ascesi venivano descritti come guide dell’umanità, custodi della “Tradizione Primordiale”, una conoscenza che precede ogni religione storica.

  • Erano visti come esseri evoluti, capaci di superare i limiti della materia.
  • La loro missione era sostenere l’evoluzione spirituale dell’uomo, preservando e diffondendo verità nascoste.
  • Non chiedevano culto, ma apertura mentale e disciplina interiore.

Realtà o costruzione simbolica?

Da oltre un secolo, studiosi e critici si interrogano sull’autenticità dei Mahatma.

  • Per i teosofi, i Maestri erano reali, comunicavano attraverso canali sottili (telepatia, scrittura diretta) e accompagnavano Blavatsky come autentici mentori spirituali.
  • Per i detrattori, si trattava di un’invenzione letteraria: una strategia per dare autorevolezza alle dottrine della Società Teosofica.
  • Per gli interpreti moderni, i Maestri potrebbero essere letti come archetipi interiori, proiezioni del Sé superiore o simboli universali di saggezza che ciascuno porta dentro di sé.

L’eredità nel pensiero esoterico

Dopo Blavatsky, l’idea dei Maestri Ascesi continuò a ispirare nuovi movimenti. Alice Bailey sviluppò il concetto in una forma più sistematica, introducendo la “Gerarchia Spirituale”. Negli Stati Uniti, gruppi come la I AM Activity e successivamente il New Age li reinterpretarono come guide spirituali universali, accessibili a chiunque intraprendesse un percorso di crescita interiore.

Ancora oggi, in molte correnti esoteriche e canalizzazioni, i Maestri Ascesi vengono invocati come presenze vive e attive, segno che il mito non ha mai smesso di esercitare fascino.


Conclusione

Che i Maestri Ascesi siano entità reali, costruzioni simboliche o archetipi spirituali, poco importa: la loro forza archetipica rimane intatta. Essi rappresentano il desiderio dell’essere umano di una guida interiore, di un contatto con livelli superiori dell’esistenza e con la possibilità di trascendere i limiti della condizione ordinaria.

In definitiva, i Mahatma continuano a parlarci non come presenze remote, ma come specchi della nostra stessa aspirazione alla saggezza e alla trasformazione interiore.

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