Compendio del pensiero di Anton LaVey
1. Natura del satanismo laveyano
- È un satanismo ateo: non prevede la credenza in un diavolo reale o in entità soprannaturali.
- Satana è un simbolo dell’uomo libero, ribelle, passionale, che rifiuta i dogmi religiosi e abbraccia la propria natura.
- La religione è vista come strumento di potere: LaVey sostituì i dogmi tradizionali con una filosofia incentrata sull’individuo.
2. Principi fondamentali
Nella Satanic Bible LaVey enuncia nove affermazioni sataniche, che riassumono il suo pensiero:
- Satana rappresenta l’indulgenza, non l’astinenza.
- Satana rappresenta l’esistenza vitale, non sogni spirituali illusori.
- Satana rappresenta la saggezza non contaminata, non l’autoinganno ipocrita.
- Satana rappresenta la gentilezza verso chi la merita, non l’amore sprecato verso ingrati.
- Satana rappresenta la vendetta, non il porgere l’altra guancia.
- Satana rappresenta la responsabilità verso chi sa assumersela, non il parassitismo.
- Satana rappresenta l’uomo come semplice animale, talvolta più crudele degli altri.
- Satana rappresenta tutti i cosiddetti peccati, perché portano gratificazione fisica, mentale o emotiva.
- Satana è il miglior amico che la Chiesa abbia mai avuto, perché l’ha mantenuta in affari per secoli.
3. Visione dell’uomo
- L’essere umano è animale per natura, guidato da istinti e desideri.
- La morale cristiana reprime ciò che è naturale: sesso, ambizione, piacere.
- LaVey sostiene un individualismo radicale, basato sull’autosufficienza, il successo personale e l’affermazione del sé.
- I cosiddetti “peccati capitali” vengono visti come virtù naturali, utili alla sopravvivenza e al benessere dell’individuo.
4. Etica e morale
- Edonismo responsabile: godere dei piaceri senza autodistruggersi.
- Giustizia personale: chi fa del male deve aspettarsi ritorsioni; LaVey rifiuta il perdono cristiano.
- Selettività nei rapporti: aiutare e rispettare solo chi lo merita, non chi sfrutta.
- Realismo psicologico: accettare la propria natura, anziché reprimerla in nome di valori imposti.
5. La ritualità
- I rituali satanici non hanno potere soprannaturale, ma funzione psicodrammatica:
- liberano emozioni represse,
- rafforzano l’identità dell’individuo,
- creano coesione simbolica nel gruppo.
- LaVey distingueva tre tipi di magia:
- Magia di lusso (Greater Magic): rituali teatrali per canalizzare emozioni forti.
- Magia quotidiana (Lesser Magic): uso di psicologia, seduzione e manipolazione per influenzare gli altri.
- Magia cerimoniale: pratiche collettive, più per effetto simbolico che per fede.
6. Politica e società
- LaVey era elitista e social-darwinista:
- disprezzava il conformismo e la mediocrità,
- difendeva la meritocrazia e la supremazia degli individui forti.
- Criticava la democrazia di massa, considerandola un sistema che livella verso il basso.
- Ammirava il pragmatismo, la scienza e il razionalismo, pur usando il linguaggio simbolico dell’occulto.
7. Ruolo della donna
- In The Satanic Witch, LaVey presenta la donna come depositaria di un potere istintivo e psicologico.
- Esalta la seduzione e l’uso consapevole della femminilità come strumenti di dominio e influenza.
- È una visione che oggi appare controversa: liberatoria in parte (contro la morale sessuale cristiana), ma al tempo stesso legata a stereotipi di genere.
8. Influenza culturale
- Le idee di LaVey hanno influenzato il mondo della musica (rock, metal, industrial), il cinema e la cultura gotica.
- La sua immagine carismatica e teatrale lo rese un’icona della contro-cultura degli anni ’60 e ’70.
- La Chiesa di Satana, da lui fondata, esiste ancora oggi come organizzazione filosofica e culturale.
Sintesi finale
Il pensiero di Anton LaVey può essere riassunto così:
- È un satanismo simbolico e ateo, non un culto del diavolo.
- Propone una filosofia di individualismo radicale, edonismo, autoaffermazione e realismo psicologico.
- Utilizza rituali e simboli per fini psicologici e teatrali, non religiosi.
- È una visione del mondo materialista e antireligiosa, che celebra la natura umana nella sua totalità, compresi gli istinti più repressi dalla morale tradizionale.
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