Approfondimento: Il satanismo ateo e Satana come simbolo
1. Un satanismo senza Dio e senza Diavolo
- Anton LaVey rifiutava qualsiasi concezione teistica: non credeva né in Dio né in Satana come entità reali.
- Per lui, Satana non era una divinità da venerare, ma un archetipo che incarna le qualità represse dalla religione cristiana.
- Il suo satanismo è quindi filosofico, psicologico e teatrale, non soprannaturale.
2. Satana come metafora dell’uomo
Nella Satanic Bible LaVey descrive Satana come l’immagine di ciò che l’uomo realmente è:
- Istintivo: guidato da desideri e bisogni naturali, non da dogmi religiosi.
- Ribelle: colui che non si sottomette all’autorità spirituale.
- Realista: accetta la vita terrena così com’è, senza illusioni di paradiso o salvezza.
- Indulgente: celebra i piaceri della carne, contrapposti alla rinuncia cristiana.
Satana è dunque il simbolo della libertà individuale, del rifiuto delle catene morali e dell’affermazione della natura umana.
3. L’uso del mito cristiano
LaVey si appropria del simbolo di Satana ribaltandone il significato:
- Nella tradizione cristiana Satana è il tentatore, il male assoluto, il nemico di Dio.
- Per LaVey, questa immagine può diventare positiva:
- Satana è il “portatore di luce” (Lucifero) che invita alla conoscenza.
- È il simbolo della ribellione contro l’autorità oppressiva.
- È l’incarnazione del coraggio di vivere secondo la propria natura, senza colpa o vergogna.
In questo modo, LaVey trasforma una figura demonizzata in un simbolo di emancipazione.
4. Funzione psicologica del simbolo
- Satana, come archetipo, ha una funzione psicologica e liberatoria:
- aiuta l’individuo a rompere i condizionamenti morali,
- fornisce un’immagine forte e trasgressiva con cui identificarsi,
- consente di esprimere emozioni represse (rabbia, desiderio, ambizione).
- Per questo i rituali satanici laveyani non sono adorazioni, ma psicodrammi: mettono in scena il simbolo di Satana per rafforzare l’identità e la volontà dell’individuo.
5. Differenza dal satanismo tradizionale
Il satanismo laveyano si distingue radicalmente da forme di satanismo occulto o teistico, in cui si crede in un Satana reale e lo si adora.
- In LaVey non c’è culto del diavolo, né preghiera, né dipendenza da forze esterne.
- Il “culto” è dell’uomo stesso, che si fa dio della propria vita.
- Satana è un linguaggio simbolico, non un’entità da servire.
Sintesi finale
Il satanismo ateo di Anton LaVey è una filosofia umanista e materialista mascherata da immaginario occulto:
- Satana non è una divinità, ma un simbolo di libertà, ribellione e autoaffermazione.
- I riti e i simboli servono a rafforzare l’individuo, non a invocare poteri soprannaturali.
- È un sistema che celebra l’uomo come unico “dio” di se stesso.
Aggiungi commento
Commenti