Lo Zohar: il Libro dello Splendore
Origini e contesto
Lo Zohar è la più vasta e complessa opera della tradizione cabalistica.
Comparve in Spagna nel XIII secolo, pubblicata dal cabalista Moshe de León. La tradizione lo attribuisce però a un maestro molto più antico, Rabbi Shimon bar Yohai (II secolo d.C.), che avrebbe trasmesso oralmente questi insegnamenti durante la sua vita da mistico ed eremita.
Gli studiosi moderni vedono nello Zohar un’opera medievale composta in un aramaico artificiale, arricchito da ebraismi biblici, che mescola tradizione rabbinica, simbolismo mistico e influssi filosofici.
Struttura e contenuti
Lo Zohar è una sorta di commentario mistico alla Torah, scritto in forma narrativa e allegorica.
I suoi principali nuclei testuali sono:
- Zohar al Pentateuco – la parte più estesa, commento mistico ai cinque libri della Torah.
- Sifra di-Tzeniuta (Libro del Mistero) – un trattato conciso e criptico che svela arcani segreti cosmologici.
- Idra Rabba e Idra Zuta (Grande e Piccola Assemblea) – sezioni che descrivono le rivelazioni di Rabbi Shimon e dei suoi discepoli.
- Ra’aya Mehemna (Il Pastore Fedele) – dialoghi che presentano Mosè come maestro mistico.
- Tikkunei Zohar (Riparazioni dello Zohar) – 70 commenti diversi alla parola “Bereshit” (Genesi 1:1), ciascuno con prospettiva simbolica differente.
Temi centrali
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Le Sephirot
Lo Zohar espone la dottrina dei dieci attributi divini come canali attraverso cui l’Infinito (Ein Sof) si manifesta. La loro dinamica reciproca (unione, squilibrio, armonia) diventa il modello della creazione e della vita spirituale. -
Il divino come unità e molteplicità
Pur affermando l’unità assoluta di Dio, il testo lo descrive attraverso immagini e simboli antropomorfici (il “Volto”, il “Corpo”, la “Luce”). Non sono idolatria, ma metafore della presenza ineffabile. -
L’uomo come microcosmo
L’essere umano riflette in sé l’Albero della Vita. Ogni azione, pensiero e parola ha un impatto non solo terreno, ma anche nei mondi superiori. -
La Shekhinah
Particolare enfasi è data alla Shekhinah, la Presenza divina immanente. Nello Zohar essa è rappresentata come principio femminile, sposa celeste del divino, che l’umanità può ricongiungere attraverso le mitzvot e la meditazione. -
Eros e misticismo
Simboli di amore e unione (maschile e femminile, cielo e terra, Dio e Israele) permeano lo Zohar. L’atto sessuale, nella sua sacralità, diviene immagine del congiungimento cosmico.
Metodo e stile
Lo Zohar non è sistematico: procede per visioni, parabole, dialoghi e narrazioni simboliche.
Si presenta come un gruppo di saggi itineranti guidati da Rabbi Shimon che, attraverso conversazioni mistiche, svelano i segreti della Torah.
Il linguaggio è mitico e poetico, ricco di metafore cosmologiche e immagini luminose. Questa ambiguità è parte integrante della sua forza: lo Zohar non si legge solo con la mente, ma con l’immaginazione spirituale.
Influenza
- Nell’ebraismo: divenne il fondamento della Cabala classica, ispirando scuole di Safed (XVI secolo), il movimento lurianico (Rabbi Isaac Luria) e in seguito il Hasidismo.
- Nella filosofia rinascimentale: fu tradotto in latino e influenzò umanisti cristiani come Pico della Mirandola e Reuchlin.
- Nell’occultismo occidentale: entrò nella tradizione ermetica e nella magia rinascimentale come fonte di simboli.
- Oggi: continua ad essere studiato sia in ambito religioso sia accademico, e affascina chi ricerca un’esperienza mistica universale.
Significato spirituale
Lo Zohar non è un trattato razionale, ma un testo iniziatico: il suo studio non mira soltanto a comprendere, ma a trasformare.
Secondo la tradizione, leggere e meditare lo Zohar è un atto che illumina l’anima, perché risveglia la scintilla divina in ogni essere umano e contribuisce alla restaurazione dell’armonia cosmica.
✨ Conclusione
Il Sefer ha-Zohar è dunque il cuore pulsante della mistica ebraica. È un’opera che intreccia linguaggio poetico, cosmologia simbolica ed esperienza spirituale, offrendo una visione dell’universo come tessuto vivo di luce e significato. Studiare lo Zohar significa entrare in un dialogo eterno tra uomo e divino, tra lettera e spirito, tra nascondimento e rivelazione.
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