Cabala e Neoplatonismo

Pubblicato il 10 settembre 2025 alle ore 05:36

Cabala e Neoplatonismo: due vie verso l’Uno

Quando si esplora la Cabala mistica, si scopre che le sue immagini e i suoi insegnamenti non nascono nel vuoto. Accanto alle radici bibliche e rabbiniche, si intrecciano influssi provenienti dal mondo filosofico ellenistico, in particolare dal Neoplatonismo, la corrente fondata da Plotino nel III secolo d.C. Entrambe le tradizioni condividono un linguaggio comune: quello della luce, dell’emanazione e del ritorno all’Uno.


L’Uno e l’Ein Sof

Per i neoplatonici, al di sopra di tutto esiste l’Uno ineffabile, sorgente di ogni realtà, al di là di essere e pensiero. Allo stesso modo, i cabalisti parlano dell’Ein Sof, l’Infinito che precede ogni manifestazione. Entrambi sono descritti come misteri che sfuggono al linguaggio umano, ma che costituiscono l’origine di ogni cosa.


Le emanazioni

Nella filosofia neoplatonica, dall’Uno emana l’Intelletto, poi l’Anima del Mondo, e infine la realtà sensibile. Questa catena non è rottura, ma flusso continuo di luce. Nella Cabala, lo stesso schema è espresso attraverso le Sefirot, le dieci emanazioni divine che si dispongono nell’Albero della Vita.
La differenza è che i cabalisti inseriscono questo processo in una cornice profondamente biblica: ciò che i neoplatonici chiamavano “emanazione”, per loro diventa la rivelazione del divino attraverso la Torah e i nomi sacri.


Il ritorno all’origine

Plotino insegnava che l’anima, prigioniera nel mondo materiale, può risalire verso l’Uno attraverso la contemplazione e la purificazione. Anche i cabalisti parlano di un cammino di ritorno: dall’esilio dell’anima nel mondo della separazione, essa può risalire attraverso i gradini delle Sefirot fino a ricongiungersi con l’Ein Sof.
In entrambe le visioni, la realtà ultima è unità e riconciliazione: il molteplice ritorna all’Uno.


Luce e simbolismo

Un altro punto di contatto è il simbolo della luce. Per i neoplatonici, la luce dell’Uno illumina l’intera gerarchia dell’essere. Per i cabalisti, la creazione è frutto di una luce infinita che, contraendosi (tzimtzum), rende possibile l’esistenza del cosmo. In entrambe le tradizioni, la luce non è solo metafora: è energia reale, sostanza viva che connette l’invisibile con il visibile.


Influenze e sincretismi

Gli studiosi ritengono che nel Medioevo, soprattutto in Spagna e in Provenza, i cabalisti abbiano incontrato testi e idee neoplatoniche, rielaborandole alla luce della tradizione ebraica. Tuttavia, ciò non significa che la Cabala sia una copia del Neoplatonismo: piuttosto, è un dialogo segreto tra due vie di conoscenza, che convergono nel desiderio di penetrare i misteri dell’Assoluto.


Conclusione

Cabala e Neoplatonismo, pur nascendo in contesti diversi, condividono la stessa intuizione: l’universo è un fiume che scaturisce dall’Infinito e che torna all’Infinito. L’uomo, attraverso la contemplazione, la conoscenza e la trasformazione interiore, può riconoscere la sua origine e tornare a fondersi con la luce primordiale.

Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.