Il Nulla – Ein: il mistero dell’origine nella Cabala
Introduzione: un Dio senza nome
Al cuore della mistica cabalistica vi è un concetto che sfugge a ogni definizione: Ein, il Nulla.
Prima ancora di En Sof (l’Infinito), prima della luce e della creazione, vi è questa realtà senza forma, abisso di silenzio e potenzialità assoluta.
Ein non è “vuoto” nel senso comune, ma il fondamento ineffabile da cui tutto proviene e a cui tutto ritorna.
La triade suprema: Ein, Ein Sof, Ein Sof Or
La Cabala superiore descrive la divinità attraverso una triade paradossale:
- Ein – il Nulla assoluto, oltre l’essere e il non-essere.
- Ein Sof – l’Infinito, la dimensione illimitata della divinità.
- Ein Sof Or – la Luce Infinita, prima emanazione che irradia verso la creazione.
Questi tre aspetti non sono entità distinte, ma tre modi di percepire l’ineffabile: dal silenzio assoluto al primo bagliore della manifestazione.
Ein: il Nulla come pienezza
Il termine “Nulla” potrebbe sembrare negazione, ma in Cabala è pienezza oltre ogni immaginazione.
Ein è ciò che precede la differenziazione, il grembo cosmico che racchiude tutte le possibilità.
- Non è il “nulla” del nichilismo, ma il Nulla divino, fecondo e insondabile.
- È il punto di partenza della creazione, ma non come causa nel senso logico: piuttosto come abisso di mistero da cui scaturisce il Tutto.
Dal Nulla alla Creazione
La Cabala insegna che dal silenzio di Ein emerge En Sof, l’Infinito senza confini.
Da questo Infinito, attraverso il processo del Tzimtzum (contrazione), la divinità si ritira creando uno spazio in cui la luce può discendere.
Così, il cosmo è generato da un paradosso:
- l’Infinito che si cela;
- il Nulla che diventa potenza creativa;
- la luce che si spezza in molteplici riflessi.
Il significato iniziatico del Nulla
Meditare su Ein non significa comprendere razionalmente, ma spingersi oltre la mente.
Per i cabalisti, Ein è il punto in cui:
- l’uomo riconosce i limiti del pensiero;
- si abbandona al silenzio contemplativo;
- percepisce l’unità che precede ogni dualità.
Il Nulla divino è quindi una porta mistica: non un’assenza, ma una presenza più alta di qualsiasi concetto.
L’uomo e il ritorno all’Ein
Il compito dell’anima, secondo la Cabala, è di risalire l’albero delle Sephiroth, liberare le scintille di luce e ricongiungersi alla fonte.
Il viaggio spirituale non termina in En Sof Or, ma nel ritorno all’Ein, dove il molteplice si dissolve nel Nulla originario.
Questo ritorno non è annullamento, ma trasfigurazione: l’individuo si riconosce come parte dell’Assoluto.
Conclusione: il Nulla che è Tutto
Il concetto di Ein ribalta la logica ordinaria: ciò che è “nulla” è in realtà la pienezza eterna.
La Cabala ci insegna che l’origine di tutto non si trova in un dio-persona, ma in un mistero ineffabile, un abisso che contiene ogni possibilità.
Meditare su Ein significa avvicinarsi al silenzio che precede la creazione, al centro segreto da cui il cosmo nasce e in cui il cosmo si spegne.
Aggiungi commento
Commenti