Le Tre Luci Occulte: il mistero della manifestazione divina nella Cabala
Introduzione: la Luce come simbolo dell’Infinito
Nella tradizione cabalistica, la creazione non è un atto puntuale, ma un processo di emanazione.
Dal Nulla – Ein – e dall’Infinito – Ein Sof – si irradia la Luce Infinita (Ein Sof Or), che progressivamente si vela e si divide, dando origine ai mondi.
Questa luce non è fisica, ma cosmica e spirituale, radice di ogni forma, conoscenza e coscienza.
I Maestri cabalistici distinguono tre forme principali di questa luce, chiamate spesso le tre luci occulte. Esse descrivono il modo in cui l’Infinito si manifesta senza mai cessare di restare ineffabile.
1. Or Ein Sof – La Luce Infinita
È la prima e più alta delle luci.
- Irradia direttamente da Ein Sof, l’Infinito senza limiti.
- Non ha confini, non ha direzione, non ha forma.
- È la luce pura, senza ancora alcuna struttura né differenziazione.
In questa fase, la luce non è ancora “mondo”, ma pienezza divina che riempie tutto l’essere. È il “mare senza rive” da cui emergono i processi della creazione.
2. Or Makif – La Luce Avvolgente
Quando la divinità compie il Tzimtzum, la contrazione che apre lo spazio per la creazione, la luce non scompare.
Parte di essa diventa Or Makif, la luce che avvolge dall’esterno:
- circonda i mondi come un’aura;
- resta troppo intensa per essere contenuta;
- funge da stimolo e da richiamo per l’anima, che percepisce oltre i limiti della materia.
È la luce che trascende: non entra nei recipienti, ma li incita a elevarsi.
3. Or Penimi – La Luce Interiore
Parallelamente, una porzione della luce divina penetra nello spazio creato e nelle Sephiroth.
Questa è Or Penimi, la luce interiore:
- riempie i recipienti secondo la loro capacità;
- struttura l’universo, conferendo ordine e armonia;
- diventa la forza vitale che anima gli esseri.
È la luce che immanente: non avvolge dall’esterno, ma si incarna nelle forme, rendendo possibile l’esistenza del cosmo e dell’uomo.
Il mistero delle tre luci
Queste tre luci – infinita, avvolgente e interiore – non sono realtà separate, ma tre modalità della stessa irradiazione divina.
- Or Ein Sof è la sorgente assoluta.
- Or Makif rappresenta il trascendente che resta oltre la comprensione.
- Or Penimi è l’immanente, la luce che plasma e sostiene ogni creatura.
Insieme, esse mostrano il paradosso cabalistico: Dio è al di là del mondo, ma anche dentro il mondo; è luce che avvolge e luce che vive in ogni scintilla.
Significato iniziatico
Per l’esoterista, contemplare le tre luci significa comprendere che:
- esiste sempre un aspetto dell’Infinito che resta oltre la mente;
- un altro che ci circonda e protegge come un’aura;
- un altro ancora che vive in noi, come scintilla divina da risvegliare.
La pratica cabalistica mira a unire queste tre dimensioni: riconoscere la propria luce interiore, elevarsi verso la luce avvolgente e, infine, intuire la luce infinita che non ha limiti.
Conclusione: l’uomo come lampada dell’Infinito
Le tre luci occulte mostrano che la creazione non è lontana da Dio, ma un gioco di veli e rivelazioni.
Ogni anima è un recipiente che custodisce una porzione di luce interiore, avvolto dalla luce trascendente e irradiato dalla luce infinita.
Così, l’uomo diventa specchio del divino: microcosmo che riflette il mistero eterno dell’Infinito.
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