Centro di gravità permanente

Pubblicato il 14 settembre 2025 alle ore 05:54

Il Centro di Gravità Permanente secondo Gurdjieff: l’Asse Segreto dell’Essere

L’uomo come macchina senza centro

Secondo Gurdjieff, l’uomo ordinario vive in uno stato di frammentazione interiore. Non possiede un vero “Io”, ma una moltitudine di piccoli io contraddittori che si alternano e lottano tra loro. Un momento decide con fermezza, il successivo si contraddice; oggi promette, domani dimentica.
Questo essere instabile è, nella sua visione, una macchina governata da influenze esterne, incapace di avere una direzione propria.

La causa principale di questa inconsistenza è l’assenza di un centro di gravità permanente: un principio stabile che unifichi tutte le forze dell’essere.

Il significato del centro

Il centro di gravità permanente non è un concetto teorico, ma un punto reale di coesione interiore che si costruisce attraverso un lavoro cosciente. È la formazione di un asse che permette all’uomo di “essere”, di avere un’identità stabile e una direzione indipendente dalle circostanze.

Con questo centro, l’individuo smette di essere trascinato da ogni impulso momentaneo e acquisisce peso, unità e volontà. Diventa un “individuo”, un essere indivisibile.

La costruzione del centro

Per Gurdjieff il centro di gravità permanente non è dato alla nascita: va conquistato. È il frutto di uno sforzo consapevole, della disciplina e delle pratiche che mirano a:

  • Osservazione di sé: vedere i propri meccanismi automatici e i “molti io” che si alternano.
  • Ricordo di sé: mantenere una presenza attiva, un testimone interiore che non si identifica con i flussi di pensieri ed emozioni.
  • Sofferenza intenzionale e sforzo cosciente: esperienze vissute come strumenti di consolidamento dell’essere, che conferiscono sostanza alla coscienza.

Attraverso questo lavoro, le impressioni e le energie della vita non vengono disperse, ma assimilate in un nucleo unico. È come se le forze caotiche della psiche trovassero un asse di rotazione: un Sole interiore attorno al quale tutto può orbitare senza disgregarsi.

Conseguenze esoteriche

Il centro di gravità permanente non è solo una conquista psicologica, ma una trasformazione ontologica. L’uomo che lo sviluppa diventa capace di evolvere oltre la meccanica della natura, aprendo la possibilità di costruire un’anima immortale.
In assenza di questo centro, l’uomo, alla morte, si dissolve come polvere al vento: nessuna vera continuità, solo frammenti che si disperdono.

Con il centro, invece, nasce la possibilità della seconda nascita: l’inizio della vera individualità, che può proseguire oltre la soglia della vita terrena.

Conclusione

Il centro di gravità permanente, nella prospettiva di Gurdjieff, è l’essenza del cammino iniziatico: il passaggio dall’essere un uomo-macchina, governato da cause esterne, a un uomo che “è”.
È l’asse segreto che dà consistenza, la pietra filosofale interiore, il nucleo attraverso cui l’essere diventa reale.

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